Massa Lubrense è un territorio ricco di sorprese, luoghi e attività per tutti i gusti. Ci sono sicuramente dei posti che sono all’ordine del giorno nelle tappe dei turisti, ma adesso vogliamo mostrarvi alcuni luoghi nascosti di Massa Lubrense, per chi non si accontenta delle bellezze più note ed è in cerca di un’idea originale.
Monte San Costanzo
Il Monte San Costanzo è una zona poco frequentata dai turisti e la consigliamo per la sua suggestività. In questo punto si fondono insieme mare e cielo, qui potrete ammirare sia il golfo di Napoli che il golfo di Salerno e l’isola di Capri. C’è inoltre una scalinata che porta alla chiesetta di San Costanzo, lì resterete sbalorditi dal panorama e dal paesaggio. Vi consigliamo di andarci al tramonto, l’effetto sarà così bello da farvi credere di essere in Paradiso!
Monte San Costanzo
Cappella di San Pietro a Crapolla
Prima di arrivare alla famosa insenatura del Fiordo di Crapolla, c’è una scalinata di 700 gradini, numerati con mattonelle in ceramica dipinta. Sul lato sinistro di questa scalinata si trova la Cappella di San Pietro, costruita sui resti dell’antica Abbazia di San Pietro. Il29 giugno di ogni anno, alla festa di San Pietro, un gran numero di fedeli vengono qui in pellegrinaggio. Vale la pena fare questo itinerario perché offre una vista meravigliosa sugli isolotti Li Galli, L’Isola D’Isca e la Vetara; la costa di Praiano e il profilo di Punta Penna.
Cappella di San Pietro a Crapolla
Belvedere del Deserto a Sant’Agata
Tra i luoghi nascosti, ne proponiamo anche uno situato al centro tra il golfo di Napoli e di Salerno. Forse in molti conoscono Sant’Agata sui Due Golfi, ma in pochi sanno che esiste un belvedere sul tetto del Monastero di San Paolo al Deserto che offre un panorama mozzafiato sui golfi di Napoli e Salerno. Molti viaggiatori hanno decantato le bellezze della collina del Deserto, tra i tanti Friedrich Nietzsche.
Monastero del Deserto
Grotta di Mitigliano
Agli amanti delle immersioni subacquee, suggeriamo di visitare questa particolare grotta, detta “della Corvina”, a pochi passi dalla Cala di Mitigliano. Appoggiata su un fondale di 15 m, dal diametro di circa 6 m, costituisce un rifugio per piccole aragoste e corvine che incantano i visitatori con i loro movimenti. La grotta è composta da tre camere, ma la particolarità faunistica è presente nella terza, dove possiamo trovare esemplari di Brotula.
Le torri saracene
Questo tratto di costa fu soggetta alle incursioni dei pirati saraceni fra il IX e il XVI secolo. Questa situazione ha lasciato una traccia ancora oggi visibile: Massa Lubrense è ricca di torri di difesa e di avvistamento; alcune non sono altro che ruderi, mentre altre sono state adattate agli usi più disparati. Ne sono un esempio il “Torrione”, struttura edificata per difendere l’ex collegio gesuitico, e le case-torri, erette prevalentemente da privati.
Torre saracena
Le aziende agricole La Masseria e Il Turuziello
Per concludere questa breve guida ai luoghi nascosti di Massa Lubrense, proponiamo due aziende agricole molto note sul territorio: La Masseria e Il Turuziello. Esse, oltre alla produzione di prodotti tipici (Provolone del Monaco DOP, limoncello, arance, olio…), propongono ai visitatori anche dei tour enogastronomici, con delle golose degustazioni incluse.
Per chi ha bisogno di staccare dalla routine quotidiana, ma anche per coloro che cercano avventura e panorami mozzafiato, Massa Lubrense è il luogo ideale, grazie alle sue spiagge dall’acqua cristallina e i percorsi di trekking. Di seguito, un itinerario per trascorrere 5 giorni in questo piccolo angolo di paradiso e tranquillità.
Arrivati a Massa Lubrense, il modo migliore per poter iniziare la vacanza è partire con l’esplorare il centro. Si parte da Largo Vescovado, piazza principale della città e sede del Municipio. Al suo estremo è possibile affacciarsi da Belvedere del Pennino, che offre una suggestiva vista panoramica su Ischia e Capri. A pochi metri da qui troviamo “Il Cerriglio”, ex palazzo De Martino e antica casa gentilizia, che presenta un caratteristico viale di pilastri in tufo e busti marmorei, in fondo al quale c’è un bellissimo ninfeo. Proseguendo per via Palma incontriamo “Il Quartiere”, ex collegio gesuita del 1600, e accanto ad esso “Il Torrione”, architettura militare di inizio XVII secolo.
Dopo aver esplorato il centro della città, ci si può spostare a Marina della Lobra, antico borgo marinaro sovrastato dalla chiesa da cui prende il nome. È raggiungibile a piedi in 15 minuti, imboccando via Colombo. Il centro abitato è caratterizzato da case variopinte, ancora abitate perlopiù da pescatori, e si sviluppa intorno a una gradinata che porta fino al mare. In realtà non ci sono vere e proprie spiagge, ma è possibile bagnarsi dalla scogliera o usare il solarium di via Chiaia. Inoltre, sono presenti molti ristoranti e bar, con vista sul mare. Il porto è dominato da Torre Toledo, appartenente al gruppo delle torri di avvistamento saracene costruite dagli Aragonesi lungo la costa.
Altro luogo da visitare è Monte San Costanzo, la collina più alta di Massa Lubrense, raggiungibile facilmente dalla frazione di Termini. Le cime sono due: – a sinistra è possibile ammirare la chiesetta di San Costanzo, chiusa quasi sempre, tranne che il 14 maggio quando viene portata in processione la statua del santo dalla piazza di Termini alla chiesetta per la Santa Messa. – a destra, invece, è presente una stazione radio per il controllo del traffico aereo. Tra le due cime vi è una pineta, ottima zona d’ombra per chi giunge a piedi e parcheggio per chi, invece, arriva in auto o moto. Il panorama è sublime, e comprende tutto il golfo di Napoli.
Ancora, per le sue spiagge di ciottoli e l’acqua limpida, tappa fondamentale è Marina del Cantone. Qui è possibile godersi un bagno in tranquillità, sia in lidi privati che in spiagge libere. Sull’estremità orientale della spiaggia, da visitare è la chiesetta di S. Antonio da Padova, costruita nel 1646. Anche a Marina del Cantone ristoranti e bar non mancano e qui è possibile gustare i piatti tipici della cucina campana. Dalla spiaggia, percorrendo un sentiero panoramico di circa un chilometro, si arriva alla spiaggia di Recommone, un luogo paradisiaco.
Ultima sosta per il primo giorno di viaggio è la località di Sant’Agata sui Due Golfi, che prende il nome dalla sua posizione, tra il golfo di Napoli e quello di Salerno. La sua fama, come località turistica, è diffusa fin dall’Ottocento grazie soprattutto alla posizione panoramica, ma anche al clima mite e all’aria salubre. Da visitare qui è la chiesa di Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1745, a croce latina e con un altare seicentesco. Oltre questo, custodisce la statua di Sant’Agata e molti dipinti del XVI secolo, anche recentemente restaurati. Altro edificio spettacolare è il Monastero del Deserto, il più panoramico della penisola sorrentina e costruito dai Carmelitani scalzi nel 1679.
Giorno 2: trekking lungo il sentiero di Athena
Un’attività perfetta per il territorio di Massa Lubrense è il trekking. Il sentiero di Athena attraversa un’area di grande importanza storica: dall’aspetto selvaggio, offre panorami mozzafiato. Da piazza Croce, a Termini, si prende via Campanella e dopo 200 metri, al bivio, si prosegue a destra per via Minerva, mulattiera greco-romana. Attraversando il versante nord, la vegetazione si dirada e si intravede Capri, che appare così vicina, che sembra di poterla toccare. Proseguendo si iniziano a vedere la torre e il faro di Punta Campanella. Giunti a Punta Campanella si va avanti verso Monte San Costanzo, seguendo il segnavia bianco-rosso del C.A.I. (Club Alpino Italiano), che indica l’Alta Via dei Monti Lattari. Dopo aver attraversato il versante sud, la vista si apre sulla Baia di Ieranto e in seguito si giunge alla pineta di Monte San Costanzo. Per tornare indietro c’è un sentiero breve, ma ripido e sconnesso, è quindi consigliabile ritornare per la strada principale.
Giorno 3: giornata in spiaggia e visita in agriturismo
Una giornata in spiaggia per rilassarsi è l’ideale dopo una passata ad avventurarsi per i sentieri. Abbiamo visto che una delle spiagge più belle è quella di Recommone, piccola e riservata, ma altrettanto magica e tranquilla. Da raggiungere a piedi o in barca, è situata tra Marina del Cantone e il fiordo di Crapolla ed è lunga 65 metri. Le sue acque sono limpide e la spiaggia è perlopiù formata da ciottoli chiari e piccoli. Questa piccola insenatura, a livello del mare, presenta cavità di cui la più grande è la Grotta di Recommone, anche chiamata “dei Pescatori”, perché anticamente offriva una zona d’ombra in cui poter ancorare. Dopo la giornata in spiaggia è possibile cenare in uno degli agriturismi del luogo, con alcuni dei piatti tipici come gli spaghetti alla Nerano, i ravioli alla caprese e il pesce spada alla brace.
Giorno 4: giro in barca all’isola di Capri
Per rendere il soggiorno indimenticabile il consiglio è di trascorrere una giornata in barca. L’isola di Capri è protagonista nei panorami da Massa Lubrense ed è così vicina da poterci arrivare facilmente con un’escursione giornaliera. Lungo la prima parte del percorso in barca è possibile apprezzare la costa della Penisola Sorrentina, interamente tutelata dall’Area Marina Protetta Punta Campanella. Prima di fermarsi al porto e sbarcare sull’isola di Capri, è d’obbligo fare un giro della sua costa: si potranno ammirare i famosi Faraglioni, le affascinanti grotte, le spiagge nascoste. Giunti al porto, la funicolare conduce direttamente alla Piazzetta, cuore dell’isola da cui partire in esplorazione.
Giorno 5: visita agli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano
Per concludere l’itinerario di 5 giorni, è possibile fare una visita agli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, tra i loro edifici e ritrovamenti più rappresentativi. Partendo da Massa Lubrense, è possibile giungere a Pompei in auto, oppure con autobus e treno Circumvesuviana Sorrento-Napoli. Si consiglia di iniziare la visita al mattino presto, per evitare la calca e la calura. Ci sono diversi itinerari di diversa durata, dalle due fino alle sette ore. Dopo aver visitato Pompei, ci si può recare ad Ercolano, dove, oltre alle classiche visite degli scavi archeologici, è possibile visitare anche il MAV (Museo Archeologico Virtuale).
Questi sono soltanto alcuni dei luoghi da esplorare, ma perfetti per poter godere al meglio del nostro mare, della nostra terra e anche dei luoghi limitrofi. Se non dovessero bastare questi 5 giorni per visitare tutto ciò che è stato nominato, vi aspetteremo per una seconda visita, che sarà sempre unica e irripetibile.
Massa Lubrense offre degli spettacoli naturali da lasciare senza fiato, ma uno degli incontri faunistici più particolari è sicuramente quello che, in condizioni fortunate, si può fare con i delfini. Il delfino è un mammifero acquatico che appartiene all’ordine dei cetacei. Ad oggi si tratta di una presenza quasi quotidiana lungo le coste della penisola sorrentina.
Struttura fisica e vita sociale
Per essere in grado di nuotare senza difficoltà, i delfini hanno un corpo affusolato. Il loro movimento è consentito grazie alla pinna caudale, che è in grado di dare una forte spinta verticale. La particolarità della loro coda è la potenza: essa è dieci volte più forte rispetto agli altri mammiferi. Inoltre, la caratteristica che rende i delfini così simpatici agli occhi umani è la forma della loro bocca (rostro) che assume una curva che li fa sembrare sempre sorridenti.
I delfini vivono in gruppi che si formano in base all’età e al sesso. In ogni gruppo gli animali comunicano attraverso vocalizzazioni e con il linguaggio del corpo. I ricercatori hanno fatto una scoperta sensazionale: ogni esemplare emette un suono unico (“signature whistle”) che è in grado di identificarlo in modo univoco tra i membri del suo gruppo.
I delfini a Punta Campanella
Numerosissimi sono stati negli ultimi anni gli avvistamenti di delfini nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Per i turisti, l’avvistamento o l’incontro con questi animali rappresenta un momento unico di immersione nella natura e nella meraviglia della fauna locale. L’avvistamento non è garantito, ma a Massa Lubrense è possibile ammirare questi animali sia grazie alle gite in barca, sia tramite immersioni subacquee o lo snorkeling. Se gli sarete simpatici, si avvicineranno per nuotare vicino a voi, magari emettendo suoni. Un’esperienza che resta nel cuore.
Tuttavia, il contatto con l’uomo può provocare molti infortuni, tra cui infezioni. Inoltre, i delfini di passaggio in questa zona rischiano di rimanere gravemente feriti dalle imbarcazioni, o di essere accidentalmente catturati a causa della loro interferenza con le attività di pesca. Infatti, essi seguono spesso i pescherecci per reperire il cibo e a causa di ciò possono essere visti negativamente dai pescatori, che lamentano danni come la riduzione del pescato o reti messe fuori uso.
Il progetto “Life DELFI”
Per questi motivi, l’Area Marina Protetta Punta Campanella ha messo in atto il progetto “Life DELFI”, cofinanziato dalla Comunità europea, con lo scopo di gestire le interazioni fra delfini e pesca. Vediamo quali sono le principali azioni che sono messe in campo.
La distribuzione ai pescherecci locali di particolari nasse, “trapule” pieghevoli, meno pericolose delle reti passive, che spesso causano la pesca accidentale dei cetacei.
L’installazione di dissuasori sonori sulle reti da pesca: i cosiddetti “pinger”. Questi strumenti interagiscono con il comportamento acustico dei delfini e dovrebbero alterare il loro orientamento, tenendoli lontani dalle reti.
Il montaggio di dissuasori visivi sulle reti da pesca, tra cui lampade a LED.
Il “Dolphin watching”: l’attività di osservazione dei delfini servirà ai pescatori a integrare il loro reddito e orientarli verso attività alternative.
I delfini sono un fiore all’occhiello della biodiversità di Massa Lubrense, ma tutti dobbiamo ricordare che si tratta di una specie a rischio di estinzione che va tutelata e protetta. Limitiamoci a osservarli e ammirarli in tutto il loro splendore, rispettando i loro spazi.
Il 24 e il 25 ottobre la Pro Loco Massa Lubrense ha organizzato due gite scolastiche al borgo e al Castello dell’Annunziata, fortemente volute dall’assessore al turismo Giovanna Staiano. Le gite si inseriscono nel progetto “A piedi lungo le strade di Massa”, svolto grazie al contributo concesso dalla Città Metropolitana di Napoli.
In queste due giornate gli alunni hanno raggiunto a piedi, ciascuno dalla propria scuola, il borgo dell’Annunziata, una delle frazioni di Massa Lubrense. Seguendo le nostre esperte guide escursionistiche, le scolaresche hanno attraversato sentieri e stradine interne. All’arrivo al borgo, gli alunni sono stati accolti con una graditissima merenda biologica offerta dal Ristorante La Torre e dall’azienda agricola Palazzo Raja.
È stata per i ragazzi un’occasione per approfondire la conoscenza del proprio territorio, cimentandosi anche in attività divertenti!
L’antico borgo dell’Annunziata
Un gran numero di strade, vicoli e scalinate formano una fitta rete che mette a contatto le abitazioni del borgo, ognuna costruita tra il XIV e il XVI secolo. Ed è per queste vie che durante le loro escursioni gli alunni hanno camminato mentre veniva loro spiegato come in tempi antichi i vecchi abitanti del borgo si spostassero da un punto all’altro della zona, che fosse semplicemente a piedi o con dei muli.
Quella dell’Annunziata è una delle frazioni più antiche della storia di Massa Lubrense: fu infatti proprio qui che i Normanni fondarono il loro primo insediamento nel territorio. Per questa ragione, l’Annunziata è uno dei luoghi più ricchi di storia qui a Massa e ciò la rende, in un certo senso, il suo nucleo storico.
L’Annunziata fu fondata su una zona collinare, originariamente per questioni di difesa strategica, motivo per cui è tutt’ora conosciuta per il suo fenomenale belvedere, da cui è possibile ammirare un panorama assolutamente mozzafiato, che permette addirittura di vedere Capri e parte della costa di Massa Lubrense!
Ci sono numerosi edifici storici cosparsi per il territorio dell’Annunziata. Uno dei più importanti è la Chiesa dell’Annunziata, tra gli edifici religiosi più antichi e caratteristici di Massa Lubrense. Un altro edificio storico della zona è Torre Turbolo (ex “Torre dei Pegni”), una torre di avvistamento situata nel centro della frazione.
Tuttavia, tra i tanti edifici storici dell’Annunziata nessuno è più importante o iconico del Castello dell’Annunziata.
Il Castello dell’Annunziata: un luogo perfetto per gite scolastiche
Punto d’arrivo delle due passeggiate è stato il Castello dell’Annunziata: l’edificio storico più caratteristico della frazione, nonché sicuramente il luogo più interessante da visitare per osservare tracce dell’antica storia di Massa Lubrense.
Le origini del Castello risalgono ai tempi del Ducato Sorrentino, con la costruzione di una cittadella fortificata che gli Angioini distrussero a seguito della loro presa al potere di Napoli. Nel 1389 il re Ladislao di Durazzo ne ordinò la ristrutturazione, la quale tuttavia durò solo fino al 1465, a seguito degli assedi aragonesi contro il territorio.
L’Annunziata restò quindi priva di difese concrete contro gli assedi, e fu per questo che nel 1558, dopo l’invasione turca, l’Università di Massa prese l’iniziativa di riedificare il castello. Tuttavia i lavori subirono una serie di complicazioni e si interruppero nel 1636.
Ai giorni nostri del Castello dell’Annunziata restano una torre cilindrica e parte delle mura di cinta. Dalla cima della struttura è possibile ammirare quasi tutto il territorio di Massa.
Durante le loro gite, gli alunni hanno visitato la torre cilindrica e hanno disegnato il bellissimo panorama di Massa Lubrense.
Ammirare la storia di Massa Lubrense
Il territorio di Massa Lubrense è ricco di bellezze di ogni tipo: naturali, archeologiche, artistiche e storiche.
In queste due giornate gli alunni hanno potuto ammirare il nostro territorio e apprendere molto della sua storia, hanno amato quest’esperienza e acquisito conoscenze preziose.
Il territorio di Massa Lubrense è caratterizzato da località uniche e imperdibili. La varietà di queste ultime, infatti, lo rendono originale e unico nel suo genere. In questo articolo, proponiamo per voi solo alcuni dei luoghi più instagrammabili a Massa Lubrense a cui non poter assolutamente rinunciare.
“Cuore” di Baia di Ieranto
Il primo dei nostri luoghi più instagrammabili a Massa Lubrense è il “cuore” di Baia di Ieranto. Un posto che sembra avvolto nella magia e nella leggenda, di fatti secondo la storia sarebbe la zona in cui Ulisse, di ritorno verso Itaca, incontrò le Sirene. In questo posto incantato godrete delle acque cristalline e delle magnifiche spiagge che il territorio offre.
https://www.instagram.com/p/CY_qgsRMmvK/
Faro di Punta Campanella
Situato nell’area marina protetta del promontorio di Punta Campanella, il faro crea senza dubbio uno scenario suggestivo e fatato. Un’atmosfera di fascinazione e mistero si profilerà davanti ai vostri occhi lasciandovi senza fiato. Imperdibile soprattutto di notte, quando il faro sembra illuminarsi insieme alle stelle.
Altro sorprendente luogo instagrammabile è il Fiordo di Crapolla. Si tratta di una delle insenature più particolari di Massa Lubrense e, oltre ad essere di grande interesse per il turismo balneare, è ricco di storia. La zona è facilmente raggiungibile anche a piedi partendo da Torca, permettendovi, così, di approfittare anche dei magnifici percorsi di trekking offerti dal posto.
https://www.instagram.com/p/COYSPhEMAAj/
Monte San Costanzo
È un monte a due cime, il più alto di Massa Lubrense, da cui è possibile avere una visuale a 360 gradi sul Golfo di Napoli e Salerno, fino alle isole di Ischia e Procida. Inoltre, sulla cima sinistra del monte, troverete anche la caratteristica chiesa bianca dedicata all’omonimo santo. Un luogo suggestivo da più punti di vista a cui consigliamo di non rinunciare.
Ultimo e magico luogo instagrammabile di Massa Lubrense è la Cala di Mitigliano, un posto ideale per godere del mare cristallino e di un sensazionale panorama. La Cala di Mitigliano è, infatti, una baia che dà sull’isola di Ischia e su Punta Campanella. Inoltre, quando il mare è calmo e vi è bassa marea, si può accedere alla suggestiva grotta che renderà quest’esperienza ancor più speciale.
https://www.instagram.com/p/COQAK81rXZW/
Scoprendo questi luoghi i vostri social saranno, senza dubbio, unici e voi soddisfatti di aver conosciuto e fatto esperienza di una piccola parte delle meraviglie di Massa Lubrense.
Una delle attività più suggestive da fare a Massa Lubrense è sicuramente il trekking. Spesso succede che, pur volendo cominciare a camminare, si rimandi di continuo perché non si sa da dove iniziare. È proprio per questo motivo che abbiamo intervistato un esperto del settore, Michele Palomba, che ci ha fornito 10 preziosi consigli per godere al meglio di questa meravigliosa esperienza.
1. Oggetti fondamentali da avere sempre con noi
Al contrario di ciò che potremmo pensare, non serve portarsi dietro un’infinità di oggetti, spesso anche ingombranti. Basta, infatti, lo stretto necessario da tenere in uno zainetto, poiché è importante avere le mani libere per un equilibrio migliore o per aiutarci a procedere su percorsi particolarmente difficili. Questi oggetti sono:
una borraccia;
degli snack;
degli occhiali da sole;
un cappellino:
un ricambio in caso di cattivo tempo o anche solo per potersi cambiare dopo aver sudato (importanti i calzini);
un capo caldo;
un capo impermeabile;
una torcia frontale, utile soprattutto in inverno, quando il sole tramonta abbastanza presto;
il cellulare sempre carico;
un piccolo kit di ponto soccorso;
i bastoncini.
2. Cosa mettere nel kit di pronto soccorso
In quanto a medicinali è opportuno portare con sé quelli assunti giornalmente, prescritti dal medico per eventuali patologie, o ad esempio antistaminici in caso di allergie. È molto importante non somministrare ad amici o addirittura sconosciuti i nostri farmaci personali (in particolare in questa circostanza, anche se è bene non farlo mai), soprattutto se non sono stati mai assunti prima. Nel vero e proprio kit, che è consigliabile tenere in un sacchetto a tenuta stagna (quelli per alimenti), vanno invece inserite poche cose, ma indispensabili per le piccole ferite che ci si può causare sul percorso:
cerotti di differenti misure, per piccole escoriazioni;
disinfettante, ponendo attenzione alla dicitura “per cute lesa”;
garze e nastri, per medicare le eventuali ferite;
pinzetta per la cura personale, utile a estrarre piccole schegge dalle ferite;
Sono, ovviamente, facoltativi altri presidi medici, che è però possibile portare con sé nel caso in cui si sia qualificati per utilizzarli.
3. Abbigliamento più indicato per questo tipo di attività
Uno dei consigli più scontati, ma anche il più utile, è quello di vestire a strati con capi che, indossati da soli, non risultino particolarmente caldi o pesanti, ma che, ben stratificati, possano dare il giusto comfort al corpo in ogni momento della camminata. Partendo dalla base, a seconda della stagione, metteremo una maglietta a manica corta o una termica a maniche lunghe; proseguendo è sempre utile, in ogni stagione, un pile, per la brezza e per le zone in ombra. Sempre in base alla stagione, uno strato ulteriore è quello composto dal piumino in inverno e dalla giacca a vento in primavera/estate , che può essere facilmente indossato o tolto a seconda della situazione esterna. Come tessuti, sono sconsigliati il denim e quelli felpati, poiché impiegano davvero molto tempo ad asciugarsi nel caso in cui ci si sia bagnati attraversando un ruscello o a causa della pioggia. Consigliati sono invece i tessuti traspiranti, freschi, più indicati per qualunque tipo di sport per l’asciugatura rapida e la resistenza.
4. Che tipo di scarpe indossare
Le scarpe sono l’elemento fondamentale dell’equipaggiamento di un escursionista, anche se spesso vengono bistrattate perché il loro reale valore viene sottovalutato. Infatti è importante utilizzare sempre delle scarpe apposite per questo tipo di attività, anche su percorsi che all’apparenza risultano facili, proprio perché il loro scopo è quello di aiutarci a camminare. All’inizio possono risultare dure, ma questa loro durezza è studiata appositamente per dare sostegno a tutto il corpo. Al contrario le sneakers, o le scarpe da passeggio, con la loro cedevolezza non ci garantiscono sostegno ed equilibrio, anche se di primo impatto ci risultano più comode. Hanno, ancora, una suola scolpita per permettere un’ottima presa su qualsiasi tipo di terreno. Infine un consiglio, soprattutto per coloro che sono alle prime armi, è quello di acquistare scarponi alti, anche se ci sembrano inutili e troppo costosi; sono infatti studiati appositamente per attutire qualsiasi tipo di infortunio, poiché sorreggono molto meglio la caviglia rispetto a quelli bassi, avvolgendola completamente.
5. Consigli per scegliere il percorso più adatto ad ogni esigenza
Ci sono diversi modi per poter capire come soddisfare al meglio ogni nostra esigenza: ci si può, infatti, affidare sia a guide cartacee che a guide online. C’è anche la possibilità di rivolgersi a chi è più esperto, come per esempio un amico, una guida o una pro loco. Tra i consigli c’è quello di non affidarsi mai a siti dove chiunque può caricare le tracce dei percorsi, poiché non potremmo mai sapere in che condizioni è la strada da percorrere, quale sia il livello di esperienza necessario per poterlo affrontare. Altro suggerimento è quello di non affidarsi alla massa, quindi non scegliere un determinato percorso perché è, a detta d’altri, più semplice o solo perché viene scelto da molte persone.
6. Consigli su come prepararsi al meglio
Potrebbe essere molto utile seguire un corso base di escursionismo per avere familiarità con il gergo tecnico, per la valutazione tecnica del fondo che ci si troverà davanti, del dislivello in salita che si dovrà affrontare; questo ci aiuterà, quindi, a scegliere un percorso soddisfacente sia a livello paesaggistico, ma che soddisfi soprattutto le nostre capacità fisiche, per non trasformare questa esperienza meravigliosa in qualcosa di sgradevole. Per quanto riguarda la preparazione fisica, chi è alle prime armi può fare passeggiate per allenare il corpo a quella che sarà la salita, ma anche semplicemente, per chi non ha la possibilità di dedicarsi giornalmente all’attività fisica, prediligere le scale all’ascensore.
7. Come controllare le previsioni meteo
Quello delle previsioni meteo è un argomento molto discusso e delicato da affrontare. Le varie applicazioni per smartphone sono un ottimo mezzo a cui affidarsi per avere un quadro generale della situazione. Però bisogna sempre ricordare che in aperta natura, e specialmente in montagna, le condizioni meteo variano repentinamente e in modo imprevisto. È infatti molto probabile che sulle vette delle montagne si verifichino temporali isolati, che sono impossibili da prevedere. Non bisogna però demonizzare le escursioni sotto la pioggia, cosa che a volte spaventa; con le dovute precauzioni, infatti, è un’esperienza unica e molto suggestiva.
8. Come affrontare un’escursione con dei bambini
Anche per i bambini è molto bello il contatto con la natura grazie alle passeggiate in montagna. Bisogna, ovviamente, avere un occhio di riguardo in queste specifiche situazioni, soprattutto con bambini particolarmente vispi e curiosi. Alcuni dei consigli sono quelli di prediligere il periodo primaverile ed estivo, quando il meteo è generalmente più clemente, ma anche di scegliere percorsi semplici e ben ombreggiati per evitare affaticamento, infortuni e colpi di calore. Per invogliarli lo si può trasformare in un gioco, durante il quale si sentiranno piccoli esploratori, e ciò li spingerà sicuramente a voler ripetere con piacere questa esperienza e, perché no, ad amare la natura e le escursioni.
9. A chi è possibile rivolgersi per trovare compagni di avventura
Le escursioni organizzate da guide ambientali escursionistiche professioniste sono il modo migliore per iniziare, se si è da soli, anche per ricevere consigli utili sull’equipaggiamento o sulla difficoltà dei percorsi. Anche quelle organizzate da enti di promozione del territorio sono utili per fare conoscenza con altri appassionati del settore. Queste sono vere e proprie escursioni di conoscenza, volte alla scoperta del territorio e, per questo quasi sempre, molto semplici, ma altrettanto interessanti.
10. Consigli su blog o pagine escursionistiche da seguire
La pagina di Michele, “hikeandseek“, è sicuramente tra quelle fondamentali da seguire per poter immergersi completamente nel mondo dell’escursionismo. È molto utile seguire anche le varie pagine escursionistiche della regione, del comune e delle pro loco. Spesso ce ne sono anche di specifiche in base alla catena montuosa o alla zona e sono sicuramente le migliori da seguire per trovare informazioni sullo stato dei sentieri e dove vengono segnalate frane o la vegetazione particolarmente alta in un dato punto di un sentiero.
Quindi, come si è potuto constatare, l’escursionismo è un’attività adatta a tutti, grandi e piccini, esperti o meno esperti, divertente e, soprattutto, salutare per tutto il corpo.
Tra le splendide acque dei golfi di Napoli e Salerno, il Parco Marino di Punta Campanella è guidato da un consorzio di sei comuni: Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Positano, Sant’Agnello, Sorrento e Vico Equense. Abbraccia il promontorio che divide il golfo di Napoli da quello di Salerno, classificato come “area specialmente protetta di interesse mediterraneo”. Le Aree Marine Protette sono costituite da ambienti marini dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa che presentano un interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo a flora e fauna marine.
Biodiversità
L’area marina di Punta Campanella si trova in un paesaggio dalla elevata biodiversità, favorita da particolari microclimi e oggetto di studi scientifici di tutto il mondo. Nelle acque della “Terra delle Sirene” grazie a indimenticabili immersioni è possibile incontrare una notevole varietà di organismi animali e vegetali, con predominanza di alghe verdi, brune e rosse, e la presenza di ricci, stelle di mare, molluschi, crostacei e anemoni di mare.
Zonazione
Il territorio dell’Area Marina Protetta presenta una suddivisione in aree denominate “Zona A”, “Zona B” e “Zona C”. In ciascuna zona diversi gradi di tutela, nell’intento di coniugare la conservazione dei valori ambientali con l’uso sostenibile dell’ambiente marino. Più nello specifico:
Protezione integrale della natura
La zona A è di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all’ambiente marino.E’ il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite unicamente le attività di ricerca scientifica, le attività di servizio e le visite guidate subacquee.
Corretta gestione del territorio per il turismo ecocompatibile
Nella zona B, zona di riserva generale, sono consentite, previa autorizzazione dell’Ente Gestore, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed un uso sostenibile dell’ambiente, influiscono con il minor impatto possibile. Anche le Zone B di solito non sono molto estese.
Sviluppo delle realtà economiche locali
La zona C è di riserva parziale e rappresenta la fascia tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all’Area Marina Protetta. Sono consentite le attività di uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione di un’Area Marina Protetta in genere ricade in Zona C.
Ma come si fa a preservare questa meraviglia della natura?
Ecco alcune regole fondamentali per proteggere il mare di Punta Campanella:
Preferire l’utilizzo di mezzi pubblici o delle biciclette, in quanto i nostri mari assorbono circa il 25% delle emissioni di anidride carbonica emessa dai trasporti. Rendendo l’acqua più acida, la CO2 danneggia molte specie marine.
Fare attenzione ai cosmetici e ai prodotti beauty. Evitare inoltre di lavarsi con shampoo e bagnoschiuma in spiaggia, soprattutto se non sono biodegradabili.
Non raccogliere conchiglie, sabbia e altri elementi naturali.
Non ancorare in zonaB: ultimamente sono state installate delle boe di delimitazione contro l’ancoraggio sotto costa.
Non gettare l’ancora sullepraterie di Posidonia, pianta che cresce solo nel Mediterraneo e ha un ruolo fondamentale per l’ecosistema. Offre un contributo importantissimo nella lotta ai cambiamenti climatici, oltre che mitigare l’erosione costiera.
Pronto a goderti una giornata indimenticabile in questo angolo di paradiso, rispettando la natura? Ti aspettiamo!
Massa Lubrense è un territorio situato sulla penisola sorrentina che ogni anno accoglie migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Grazie alle sue bellezze e i suoi elementi distintivi, riesce a soddisfare molte richieste e, soprattutto, riesce ad accontentare le diverse esigenze dei vari tipi di viaggiatori che decidono di visitarla. Vediamo come soddisfare 5 tipi di viaggiatori a Massa Lubrense.
Gli sportivi
Per gli amanti dello sport, il territorio offre delle soluzioni davvero interessanti. Gli appassionati della camminata possono passare dall’hiking se desiderano trascorrere una sola giornata tra la natura, fino al trekking se desiderano fare una gita di più giorni. Chi invece ama il mare può effettuare gite in kayak, in canoa e può praticare lo snorkeling o lo scuba-diving.
Gliappassionatidell’architettura e luoghi di cultura
Per le persone che sono interessate ai beni culturali del territorio che visitano, Massa Lubrense è il posto perfetto! È possibile ammirare degli esempi di architettura religiosa nell’Ex Cattedrale di Santa Maria delle Grazie a Massa Centro, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sant’Agata sui Due Golfi, o la Chiesa del Gesù Salvatore a Nerano. Sono presenti numerose torri di guardia costiere costruite dagli Angioini e dagli Aragonesi, ed è anche possibile incontrare resti archeologici seguendo i percorsi del Museo Diffuso.
Gli amanti degli eventi
Massa Lubrense sa accontentare anche chi vuole divertirsi! Innumerevoli sono le sagre, accompagnate spesso da musica, attività divertenti per i più giovani e processioni. Quelle che ci teniamo a segnalare sono la sagra zucchina che si celebra la seconda domenica di luglio nel borgo di Acquara, la sagra della lumaca che si celebra il 29 giugno a Monticchio, la sagra della melanzana che ha luogo il 15 agosto nel borgo di Marina della Lobra e la sagra del limone che si tiene nel secondo weekend di luglio a Massa centro. Molto affascinante è anche un’importante celebrazione in ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita in mare che si svolge la prima o la seconda domenica di settembre, ai piedi del Vervece.
Una delle bancarelle della Sagra del Limone di Massa Lubrense
Gli appassionati delle spiagge
Massa Lubrense è amata per le sue attrazioni, ma molti turisti sanno di trovarvi principalmente delle magnifiche spiagge, sia sul Golfo di Napoli che sul Golfo di Salerno. Ce ne sono per tutti i gusti: se si vuole partire per fare gite organizzate, Marina della Lobra è perfetta. Per chi cerca spiagge comode e attrezzate consigliamo Marina del Cantone e Marina di Puolo, mentre per chi cerca posti meno noti e meno affollati, Baia di Ieranto e Fiordo di Crapolla.
I buongustai
L’ennesimo punto di forza di Massa Lubrense è la gastronomia. I buongustai ne sanno qualcosa! Basta pensare ai piatti preparati con pomodori e noci di Sorrento, conditi con olio extravergine d’oliva DOP. Noto anche a livello internazionale è il Provolone del Monaco, e per concludere in bellezza i famosi limoni con cui si produce del buon limoncello.
Insomma, siamo riusciti a soddisfare ben 5 tipi di viaggiatori a Massa Lubrense. Non vi resta che scegliere le attività da fare e venire presto a visitarla!
Luca Zuddas è uno dei co-fondatori dell’azienda “Chasing Syrens” con la quale organizza tour per esplorare in sicurezza la costa di Massa Lubrense in kayak trasparenti.
Perché scegliere di fare un’escursione in kayak a Massa Lubrense?
Massa Lubrense attira molti turisti anche grazie alla bellezza delle sue coste. Per di più, quest’ultime sono comprese in un grande parco naturale, l’Area Marina Protetta Punta Campanella. La bellezza di esplorare il nostro mare sta nel poter ammirare le coste da vicino e il kayak consente di potersi accostare il più possibile ai luoghi di interesse. Non per ultimo, guidare un kayak richiede uno sforzo al pari di un’attività fisica, un ulteriore punto a suo favore.
Cosa rende un’escursione in kayak lungo le coste diversa da una in barca?
Avendo lavorato con le barche per 20 anni e con le canoe da 6 anni, per quella che è la mia esperienza, ritengo che nel complesso sia tutto diverso. A partire dalla velocità, in quanto la barca consente di raggiungere una rapidità non paragonabile a quella del kayak. Ad ogni modo, la barca è più gettonata da coloro che come priorità scelgono il comfort. Mentre un’escursione in kayak è preferita da chi vuole anche fare sport. Inoltre, un’esperienza in kayak ci porta più a contatto con la natura ed è un approccio più eco-friendly nell’ottica del rispetto del mare.
A chi sono adatte le escursioni in kayak?
Decisamente a tutti. Tuttavia, ci sono alcuni fattori che bisogna tenere in conto, come ad esempio la prestanza fisica. Sebbene non richieda uno sforzo fisico ad alta intensità, è sempre meglio che la persona che si accinge a guidare la canoa sia sana e senza particolari problemi di salute.
Ci sono dei requisiti per poterle fare? Attrezzatura necessaria?
Per iniziare, bisogna apprendere alcune nozioni base che non richiedono che un quarto d’ora per essere comprese. Per quanto riguarda l’attrezzatura, noi diamo in dotazione dei lifejacket che sono indispensabili per le escursioni in mare aperto. Inoltre, soprattutto fuori stagione, potrebbe essere necessario indossare delle giacche a vento per proteggersi.
Ci sono percorsi di diverso grado di difficoltà? Esempi?
Ce ne sono diversi e dipendono soprattutto dall’itinerario prefissato, poiché non è necessario cimentarsi in itinerari lunghissimi per godersi una bella esperienza. Tutto sommato, questa è anche la bellezza di Massa Lubrense. Perché, ad esempio, da Marina del Cantone ci sono piccoli itinerari che richiedono 15 minuti e altri più impegnativi che ne richiedono 45, come il tour alla Baia di Ieranto. L’importante è che coloro che si approcciano a questa attività siano consapevoli dello sforzo fisico necessario, poiché il kayak è privo di motore!
Da quale età si può cominciare?
Il giro turistico in kayak non è precluso a nessuno, concesso che vi sia raggiunta l’età minima per poter dirigere da solo il kayak. In ogni caso, consiglio l’affidamento di una canoa con posto singolo a coloro che hanno almeno 13/14 anni, ma anche in questo caso è importante che sappiano nuotare. In secondo luogo, per quanto riguarda una canoa doppia, bisogna sempre considerare quanta forza fisica ha il partner che condivide il kayak con il bambino. Nel caso del tour alla riserva naturale della Baia di Ieranto, per esempio, riteniamo necessario che si abbiano almeno 8 anni, poiché un tratto del percorso è in mare aperto. In alternativa, nel pomeriggio, proponiamo un tour più breve all’interno della Baia di Marina del Cantone, in modo da accontentare le famiglie che hanno bambini più piccoli.
Qual è stato il tuo momento più bello passato sul kayak e dove ti trovavi?
Uno dei momenti più emozionanti è stato al secondo anno dall’avvio della mia attività con i kayak. Mi trovavo di ritorno dalla Baia di Ieranto, nell’ultimo tratto di mare aperto, assieme a una turista con la quale condivisi la canoa. In quella circostanza, a una lontananza di circa 30 metri, avvistammo un delfino che poco dopo si allontanò. Di certo non è qualcosa che accade tutti i giorni e per questo ci sentimmo fortunati, allo stesso tempo però, allo stupore iniziale si aggiunse un po’ di timore perché le dimensioni del delfino eguagliano quelle dell’imbarcazione e se si fosse avvicinato avremmo potuto correre dei rischi!
Ricapitolando, una gita in kayak vi permetterà di immergervi totalmente nel paesaggio marino di Massa Lubrense, regalandovi un’esperienza a stretto contatto con i suoi elementi. Grazie a Luca Zuddas abbiamo scoperto che si tratta di un’attività accessibile a tutti e sicura grazie all’ ausilio di specifiche precauzioni. Sei pronto a cimentarti in questa avventura?
Luca Zuddas
Istruttore di kayak e co-fondatore di Chasing Syrens, propone escursioni in kayak trasparenti a Marina del Cantone.
L’hiking è un’attività molto praticata oggigiorno. Si basa sulla camminata lungo percorsi immersi nella natura, solitamente in montagna, con lo scopo di esplorare e scoprire il territorio, vivendolo, così, ancor più da vicino. Non solo questo tipo di escursioni è largamente diffuso nelle zone di Massa Lubrense, ma è ulteriormente ampliato grazie a proposte ed eventi per grandi e piccini. In particolare, questi ultimi possono avvicinarsi a questa avvincente attività e, allo stesso tempo, conoscere il territorio. A tal proposito, uno dei progetti più fortunati è “Merende Itineranti”, curato da Lucia Sessa per la Pro Loco Massa Lubrense, alla quale abbiamo rivolto alcune domande per sapere qualcosa in più riguardo l’hiking per bambini.
Cos’è l’hiking e perché è un’attività ideale per tutte le età
L’hiking è, in generale, l’attività del camminare, che si differenzia dal trekking in termini di durata: mentre il trekking (anch’esso molto praticato a Massa Lubrense) prevede percorsi ed escursioni distribuiti in più giorni, l’hiking si svolge nell’arco di una giornata. Quella dell’hiking, inoltre, è un’attività che si concentra maggiormente sull’aspetto motorio ed è, quindi, vissuta soprattutto come attività sportiva. Estendendola ai bambini, essa fa sì che anche loro si mettano in moto e, contemporaneamente, siano curiosi di scoprire il territorio. È l’ideale per tutti perché, grazie alla sua breve durata, permette anche ai più piccoli di mettersi in movimento senza troppa fatica. Inoltre, come Lucia Sessa ha tenuto a sottolineare, aiuta a ritrovare il buon respiro, cosa che ha grandi e positivi riscontri sia sulla condizione fisica che psicologica dei camminatori.
Regole dell’hiking riproposte ai bambini
Pur essendo un’attività libera, anche l’hiking ha le sue regole, fondate soprattutto sul rispetto della natura circostante e degli altri. Per questo motivo, durante i percorsi si invitano i bambini al silenzio e/o a soffermarsi in alcuni punti, così da rispettare l’andatura comune e a prendersi del tempo per respirare e osservare ciò che gli sta attorno. Altra indicazione fondamentale è, poi, quella di seguire e ascoltare con attenzione la guida che, oltre a descrivere particolari interessanti lungo il percorso, ne indica gli eventuali pericoli.
Le “Merende Itineranti”
Si tratta di un progetto nato con lo scopo di creare attività appositamente per i ragazzi nel periodo estivo. Sin dal principio, l’intento è stato duplice: attività fisica da una parte e conoscenza del territorio dall’altra. Nel corso del tempo, poi, grazie ai riscontri positivi ottenuti, Lucia Sessa e il suo team hanno potuto diversificare la loro proposta. Hanno scelto tratti anche più lunghi che li hanno condotti in aziende agrituristiche dove i bambini hanno potuto stare a contatto con gli animali o anche conoscere la produzione casearia del posto. Alla base, c’è sempre una volontà di coinvolgimento verso i ragazzi a cui vengono affidate delle vere e proprie attività pratiche. In alcune esperienze, ad esempio, hanno potuto scoprire località particolari e vedere da vicino lo svolgimento dei vecchi mestieri. In più, al momento della merenda, ai bambini vengono offerti prodotti biologici locali, con l’intento di curare anche l’alimentazione, altra regola fondamentale dell’hiking.
Prime reazioni e approcci
La prima risposta al progetto è stata senz’altro positiva e propositiva: i bambini hanno visto nelle Merende un’occasione di condivisione e un modo per stare insieme al termine della scuola. Allo stesso tempo, anche i genitori hanno trovato piacere a scoprire caratteristiche del luogo di cui, nell’abitudine frenetica della vita quotidiana, neanche si accorgevano. Nel corso del tempo, ovviamente, ciò ha maturato una sempre maggiore volontà di partecipazione che ha reso il progetto affermato e fondamentale per il territorio.
Fasce d’età per l’hiking
L’hiking è realmente un’attività alla portata di tutti: i bambini che partecipano ai sentieri delle Merende Itineranti, infatti, hanno dai 5 anni in su. In casi di itinerari più difficoltosi, la fascia d’età può salire, ma di base resta un’attività indicata per tutte le età. C’è, infatti, una selezione accurata dei percorsi, con l’ideale fondante della massima inclusività. Per questo si propongono sentieri accessibili anche a partecipanti con disabilità, dando loro la possibilità di aderire alle Merende e beneficiare sia dell’hiking in quanto tale sia della scoperta del territorio. L’hiking sul territorio, infatti, è praticato coinvolgendo e andando a ricoprire tutte le frazioni di Massa. Pertanto, si organizzano itinerari e sentieri che vanno a toccare varie zone del posto così da creare ancor più collettività e conoscenza.
Tutte queste caratteristiche – e il modo in cui Lucia Sessa e il progetto delle Merende Itineranti se ne sono fatti portavoce – rendono l’hiking un’attività unica nel suo genere che tutti, adulti e bambini, dovremmo provare. L’invito è quello di sperimentare cosa significhi realmente immergersi nella natura, alla scoperta del territorio di Massa Lubrense e di se stessi.