Tag Archives: Prodotti tipici

  • -

48ª Edizione della Sagra del Limone di Massa Lubrense: “Limoni in Festa 2024”

Category:Blog,Eventi,Pro Loco,Sagre e feste Tags : 

11 – 14 luglio 2024: passeggiate, assaggi e spettacoli per celebrare uno dei simboli della gastronomia locale

Massa Lubrense è pronta ad accogliere Limoni in Festa 2024, una manifestazione dedicata alla celebrazione della cucina locale e delle tradizioni culturali. Organizzato dall’associazione Pro Loco Massa Lubrense con il patrocinio e il contributo del Comune, questo appuntamento annuale giunge alla sua 48ª edizione. La manifestazione si terrà da giovedì 11 a domenica 14 luglio in Largo Vescovado, un luogo che diventerà il cuore pulsante delle attività festose.

Il programma

Il primo appuntamento è quello di giovedì 11 luglio, quando dalle ore 19:00 alle ore 21:00 si potrà assistere e partecipare a “Le avventure di Capitan Limone”: letture animate e attività ludiche per bambini e famiglie, a cura dei Barattoli Cosmici.

Venerdì 12 luglio ci si incontrerà in Largo Vescovado alle ore 19:00 per la passeggiata dal titolo “Tra i sacri limoni”, curata dalla sede di Massa Lubrense dell’Archeoclub.

L’apertura degli stand di artigianato e prodotti tipici avverrà sabato 13 luglio alle 18:30. Passeggiando per il centro città, i visitatori potranno inoltre immergersi in un percorso degustativo dedicato al limone, il frutto simbolo di Massa Lubrense, famoso per la sua qualità e il suo utilizzo nella cucina locale.

Limoni in Festa 2024

Gli spettacoli di Limoni in Festa 2024

Gli spettacoli animeranno entrambe le serate della manifestazione. Sabato 13, alle 21:00, il pubblico potrà assistere al concerto “Il tesoro di San Gennaro“, un evento musicale che promette di incantare con melodie e atmosfere uniche.

La domenica, 14 luglio, la festa continua con uno spettacolo musicale speciale. Alle 21:00, i Gemelli di Guidonia si esibiranno nello show “Tre x 2 – Tra radio e TV”, offrendo una serata di intrattenimento che spazierà tra musica e comicità, celebrando l’importanza della radio e della televisione nella cultura popolare italiana.

Limoni in Festa 2024, la sagra del limone di Massa Lubrense, rappresenta un’occasione imperdibile per tutti coloro che desiderano scoprire e vivere le tradizioni enogastronomiche del territorio, in un’atmosfera di festa e convivialità. Due giorni di passeggiate, assaggi e spettacoli che renderanno omaggio a uno dei simboli più amati della gastronomia locale.


  • -

La Tavola dei 300 – Prima edizione

Category:Attività all'aperto,Eventi,Gastronomia,Sagre e feste Tags : 

Alla sua prima edizione, Massa Lubrense mette in scena una lunga tavolata per trecento persone con piatti di chef stellati, ristoranti bistrot e prodotti di una rigogliosa terra. La Tavola dei 300 è l’evento dell’anno in cui si potranno gustare tutte le specialità enogastronomiche di Massa Lubrense.

tavola dei 300

Organizzata dall’Associazione Ristoratori Lubrensi con il Patrocinio del Comune di Massa Lubrense, La Tavola dei 300 ha come obiettivo quello di promuovere e tutelare gli antichi borghi, le tradizioni e le innovazioni culinarie del posto. Proporrà, inoltre, un’incantevole serata di degustazione nel cuore del paese, dove assaporare delizie culinarie preparate con ingredienti locali e abbinati ai migliori vini della regione.

Dove e quando

L’evento si svolgerà il 19 e il 20 giugno 2024, data non casuale, in quanto avverrà in occasione del solstizio d’estate. Massa Lubrense si trasformerà in un luogo incantato dove il gusto, la musica e la natura si incontrano per celebrare il giorno più lungo dell’anno. Da mare a terra, ogni escursione nella nostra splendida terra diventa unica, dall’Area Marina Protetta di Punta Campanella fino alle vette del Monte San Costanzo.

Siamo lieti di annunciare, inoltre, che questo evento esclusivo, dedicato a celebrare l’eccellenza della cucina locale, condividerà i segreti dei nostri migliori chef con esperti del settore. Vi sarà, infatti, il coinvolgimento di giornalisti internazionali ed esperti del mondo della gastronomia, invitati dall’Associazione Ristoratori Lubrensi.

Come si svolgerà

L’evento concerne un doppio appuntamento, infatti, è stato suddiviso in due serate per offrirvi un’esperienza ricca e variegata. Ogni serata sarà un’opportunità unica per deliziare il palato e immergersi nella cultura gastronomica locale.

19 giugno – Serata inaugurale

  • Inaugurazione: prevista per le ore 19:00 a Largo Vescovado (Massa Centro). Per l’occasione la piazza si animerà con l’esposizione di prodotti tipici, cucina della tradizione, vini e bollicine, per un taglio del nastro aperto al pubblico.
  • Premiazione: la Famiglia Mellino dei Quattro Passi di Nerano verrà premiata per il riconoscimento della terza stella Michelin.
  • Aperitivo e degustazione: gli ospiti saranno invitati a degustare un aperitivo dove verranno servite tipicità enogastronomiche, a cura degli chef dell’Associazione Ristoratori Lubrensi in collaborazione con i partners dell’evento “La Tavola dei 300”.

20 giugno – Serata della Cena

È la serata principale con la grande cena. La tavola dei 300 si terrà nella piazzetta centrale del borgo antico di Sant’Agata sui Due Golfi. Sarà interamente addobbata con luci, fiori e colori che richiameranno le antiche feste del territorio per fare un salto nel passato.

  • Aperitivo (Ore 19.30): La serata si aprirà con un aperitivo di benvenuto all’Hotel Delle Palme, con la partecipazione di Grand Hotel Due Golfi e del Ristorante 4 Venti. Vi sarà, inoltre, la presenza straordinaria dei pizzaioli Enzo Coccia e Pasqualino Rossi. In più, interverranno con delle sorprese culinarie gli chef stellati di Taverna del Capitano e Relais Blu.
  • Cena (Ore 20.30): Avrà finalmente inizio la Cena “La Tavola dei 300”, che si svolgerà lungo il corso di Sant’Agata sui Due Golfi. Sarà imbandito un tavolo di 300 sedute per ospiti e clienti, che potranno assaggiare il Menù dei Borghi, creato dagli chef dell’Associazione Ristoratori Lubrensi. Ogni piatto è stato pensato per far scoprire i sapori genuini e le tradizioni culinarie della nostra regione.
    Per l’occasione il lungo tavolo sarà allestito con tovaglie di lino e limoni, simbolo del territorio.
    Ai fornelli in prima linea: Tutt’Appost, Le Sirene, I Giardini di Vigliano, La Primavera, La Tavernetta, Antico Francischiello da Peppino, Cantuccio, The King Beef, Tramonto Rosso, Don Vito, Capuozzo, Da Francesco, Il Fienile, Pasta E.., Villa Rena, Bellavista Francischiello, Fattoria Terranova, Lo Stuzzichino, La Torre, Salvatore e Mafalda, Relais Blu, La Macina, Maria Grazia, Conca del Sogno, Il Vespro, El Gringo Pub, Bistrot 66, Funiculì Funiculà.
    Il dessert sarà a cura del Roxy Bar e della Pasticceria Fiorentino.
  • Dopo cena: I festeggiamenti proseguiranno nell’area adiacente alla Chiesa di Sant’Agata. Musica, brindisi e rinfrescanti sorbetti allieteranno la serata, creando un’atmosfera unica e coinvolgente.
  • Finale a sorpresa e saluti. La famiglia Iaccarino farà i saluti finali degustando una specialità di casa, dedicata ai limoni di Massa Lubrense. L’evento si concluderà poi con un momento di solidarietà. L’Associazione Ristoratori Lubrensi farà una donazione di duemila euro a favore del progetto “Sala multimediale per video consulti con altre strutture ospedaliere” destinato al Centro Ustioni Pediatrico Regionale del Santobono.

Come partecipare

I posti sono limitati! Per partecipare alla cena de La Tavola dei 300, è necessario acquistare il biglietto rivolgendosi, telefonicamente o via mail, ad uno degli associati di seguito elencati:

  • Ristorante Antico Francischiello
  • Ristorante La Torre One Fire
  • Lo Stuzzichino
  • Il Cantuccio
  • Hotel Bellavista Francischiello
  • La Tavernetta
  • Tutt’Appost – Enoteca Winebar

Per maggiori informazioni, consultare il sito: https://www.latavoladei300.com/comepartecipare/

La Tavola dei 300 è il punto in cui tradizione e innovazione si incontrano, proponendole da un punto di vista nuovo e originale. È un’opportunità per vivere un viaggio sensoriale indimenticabile alla scoperta dei sapori e dei profumi della nostra terra. E per coloro che amano la convivialità, è anche un’occasione per conoscere nuove persone e creare dei legami. Non fatevela scappare!


  • -

Due Golfi Train Tour: tra cultura e gastronomia

Category:Attività all'aperto,Cultura,Gastronomia,Luoghi Tags : 
Un appagamento dei sensi e un pieno d’emozioni lungo un percorso paesaggistico e gastronomico in grado di soddisfare le aspettative di tutti. Con il Due Golfi Train Tour vivrete un’esperienza indimenticabile.

Il Due Golfi Train Tour è il mezzo più affascinante per ammirare lo splendore paesaggistico e culturale della nostra terra. Un’escursione memorabile a bordo del caratteristico trenino blu che attraversa Sant’Agata sui Due Golfi e i borghi antichi di Massa Lubrense. Gli scenari che vi si aprono sui golfi di Napoli e Salerno incantano e suggestionano visitatori di ogni età e provenienza.

In cosa consiste il Due Golfi Train Tour

All’inizio del tour vi sarà assegnata una guida turistica, la quale, nella prima parte del giro turistico, vi illustrerà la storia del paese e dei monumenti previsti dall’itinerario, nonché delle tradizioni locali. In seguito, nella seconda parte del tour, si visiteranno le aziende più qualificate del territorio che offriranno degustazioni di prodotti tipici selezionati con competenza e dedizione.

  • La prima tappa prevede il tour della località di Sant’Agata; percorrendo il corso principale si potrà ammirare la Chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie, dove si trova il prezioso altare di arte fiorentina del XVI secolo.
  • Successivamente si giunge alla collina de “il Deserto”, sito in cui i Padri Carmelitani Scalzi avevano costruito un complesso monastico, oggi sede dell’Ordine delle Suore Benedettine di San Paolo. Da questo punto potrete godere di una splendida vista del Golfo di Napoli e del Vesuvio. Questa parte del territorio campano è stata definita dai primi greci come “la terra delle sirene“.
  • Proseguendo si visiteranno aziende agricole locali, dove il panorama suggestivo lascia spazio alle prelibatezze culinarie. Tra queste si potrà gustare: l’olio DOP della penisola sorrentina, prodotti caseari, confetture di marmellata, degustazione di vini e del famoso limoncello con i limoni sorrentini.
  • Ripreso il viaggio, si proseguirà tra i borghi e i casali della costiera per godere della splendida vista con Capri che fa da sfondo.
due golfi

Informazioni utili

  • Periodo: il tour è attivo dall’inizio di Aprile a fine Ottobre, dal lunedì alla domenica.
  • Durata: è di circa 3 ore. Può variare in base alla scelta dell’itinerario.
  • Partecipanti: prevede un massimo di 4 persone per gruppo. Possono partecipare visitatori di tutte le età.
  • Prelievo: è possibile richiedere il trasferimento andata e ritorno che non è incluso nel prezzo del biglietto del tour.
  • Lingue straniere: è disponibile anche in lingua inglese.
  • Prenotazione: si effettua online. Vi sono diversi siti attraverso i quali è possibile effettuare la prenotazione, come ad esempio GoldenTours oppure Viator. In seguito, riceverete un ticket digitale che bisognerà mostrare per poter iniziare l’attività. Eventualmente, è possibile annullare la prenotazione fino a 24 ore prima (ora locale) attraverso lo stesso sito.

Il turismo rurale è sempre più apprezzato per scoprire le tracce tradizionali e i paesaggi mozzafiato. Lasciate che la magia della terra dei Due Golfi vi catturi mentre vi imbarcate in questo incredibile viaggio in treno. Vivete l’essenza del Mediterraneo immergendovi nei suoi panorami e gustandone i sapori peculiari. Questa esperienza vi permetterà di creare ricordi indelebili e al contempo di godervi un momento di tranquillità e relax.

Se volete rilassarvi, provate il Due Golfi Train Tour: è il tour che toglie lo stress!


  • -
Pastiera artigianale - Piatti Pasqua

I piatti tipici della tradizione pasquale

Category:Blog,Gastronomia,Sagre e feste Tags : 

di Eleonora Aiello

Massa Lubrense è conosciuta non solo per le sue risorse culturali, storiche e paesaggistiche, ma anche per la sua gastronomia. In particolare, dato l’imminente arrivo della Pasqua, andremo a vedere quali solo i principali piatti tipici del periodo pasquale in questo territorio.

Casatiello salato

Il casatiello, nome che deriva dal latino caseu(m) ovvero formaggio, è uno dei piatti tipici salati per eccellenza delle festività pasquali. Al suo interno possiamo trovare vari formaggi, strutto, ciccioli e salumi vari. Il tutto poi guarnito da uova sode non sgusciate che vengono intrecciate nell’impasto come decorazione.

Casatiello guarnito con cubetti di salame, prosciutto, mozzarella e uova sode.

Casatiello dolce

E’ una ricetta che si tramanda di famiglia in famiglia, ognuna con i propri segreti e procedimenti.
Rispetto al casatiello salato ha una preparazione molto più lunga ed elaborata. Ha una lievitazione che può durare giorni, grazie all’utilizzo del “criscito” che in dialetto napoletano non è altro che il lievito madre, che gli permette di essere conservato per tanti giorni senza perdere la sua soffice consistenza.

Pastiera

È uno dei più antichi dolci pasquali della penisola. Le sue origini risalgono ai culti pagani, preparata per celebrare l’arrivo della primavera. È una torta di pasta frolla ripiena di un impasto fatto da ricotta, grano bollito, uova, spezie e canditi. La frolla della pastiera è croccante, in contrasto con il suo morbido ripieno color oro che presenta un sapore e un profumo che variano a seconda degli aromi utilizzati. La versione classica prevede l’utilizzo di cannella e acqua di fiori d’arancio come aromi, ma questo non vieta che si possano tentare accostamenti diversi.

Carciofi arrostiti

Sono considerati da sempre il contorno classico del pranzo pasquale. Per preparare i carciofi arrostiti c’è bisogno di carciofi grandi, senza peli, senza spine, con un gambo lungo e diritto. Essi vanno insaporiti con olio, aglio e prezzemolo, e poi cotti direttamente sui carboni.

Carciofi arrostiti Piatti Pasqua

L’uovo di pasqua artigianale

La scelta dell’uovo di Pasqua come simbolo di tale festività è legata al fatto che l’uovo è visto come simbolo di vita. Tutti i bambini aspettano con ansia l’arrivo di questo giorno per poter finalmente rompere le uova di cioccolata e scartarne la sorpresa. Le uova vengono realizzate per festeggiare la Pasqua sin dal 1850 e vengono usate solo in Italia o in paesi dove sono presenti ampie comunità italiane.

Oggi, le pasticcerie di Massa Lubrense preparano uova di cioccolato artigianali di tutte le dimensioni e per tutti i gusti. Un regalo apprezzato non solo dai bambini!

Colomba pasquale artigianale

Fu Dino Villani, direttore per la pubblicità della ditta milanese Motta, che, negli anni trenta del ‘900, ideò un dolce simile al panettone, ma destinato alle festività pasquali. Da allora la colomba pasquale si diffuse sulle tavole di tutti gli italiani, e anche ben oltre i confini dell’Italia. L’impasto originale, a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una ricca glassatura alle mandorle, ha successivamente assunto diverse forme e varianti.

Piatti del menù di Pasqua

Menù di Pasqua con i piatti tipici

Per chi non ha idea di cosa cucinare per il pranzo della domenica di Pasqua, ecco a voi un menù da cui prendere spunto.

  • Antipasto: casatiello, salumi vari, formaggi e verdure;
  • Primi piatti: lasagne / pasta al forno;
  • Secondi piatti: agnello al forno / grigliata di carni varie con contorno di patate o verdure;
  • Dolci: pastiera e uova di cioccolato.

Questi sono i piatti tipici di un pranzo pasquale a Massa Lubrense, ma nulla vieta di poter creare un menù personalizzato in base alle vostre preferenze.

Buon appetito!


  • -

Ecoturismo a Massa Lubrense

Category:Attività all'aperto,Blog,Eventi,Evidenza,Gastronomia,Luoghi,Sagre e feste,Viaggio Tags : 

di Eleonora Cannone

Sono ormai all’ordine del giorno le questioni “ecologia” e “tutela del territorio”. Già da qualche anno, anche grazie alle mobilitazioni giovanili a difesa dell’ambiente, ognuno di noi è spinto sempre più a chiedersi cosa si possa fare nella vita di tutti i giorni per contribuire alla riuscita di questa buona causa.

E se vi dicessi che è possibile salvaguardare il territorio anche quando si va in vacanza? Ebbene sì, sto parlando dell’ecoturismo, la nuova frontiera dell’ecologia. Si tratta di un modo di viaggiare rispettando l’ambiente naturale, le tradizioni e la cultura di un determinato luogo, e sostenendone la crescita economica. L’obiettivo è quello di rendere la vacanza un piacere non solo per chi viaggia, ma anche per il territorio che si visita.

A proposito di questo, oggi voglio parlarvi dell’ecoturismo a Massa Lubrense: un posto suggestivo, ricco di risorse, da scoprire nel relax assoluto e nel rispetto dell’ambiente!

ecoturismo a Massa Lubrense

Sostenere l’economia e il territorio di Massa Lubrense: cosa si può fare

  • ASSAPORARE LA CUCINA LOCALE. Si sa che il modo migliore per conoscere un territorio è attraverso la sua cucina. Qui puoi lasciarti trasportare da antichi sapori e tradizioni culinarie: dall’olio d’oliva al Provolone del Monaco (e non solo), tieniti pronto a vivere un’esperienza gastronomica unica grazie ai nostri prodotti!
  • IMMERGERSI NELLA NATURA INCONTAMINATA. Uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio è sicuramente il paesaggio naturale. Grazie all’individuazione di percorsi facilmente percorribili a piedi, durante il soggiorno sarà possibile riscoprire la bellezza della natura, con passeggiate rigeneranti, tra verde e blu.
  • PARTECIPARE A EVENTI E SAGRE. Entra a stretto contatto con gli abitanti del posto e con le loro tradizioni! Sarà anche un’occasione per creare nuovi legami e far nascere nuove amicizie. Vacanza vuol dire anche questo, no? Dai un’occhiata al calendario dei prossimi eventi e delle sagre di paese!
  • TENERSI IN FORMA DIVERTENDOSI. Oltre all’attività di trekking, nel nostro territorio è disponibile anche un servizio di visite guidate in canoa, puoi fare meravigliose immersioni oppure un giro in snorkeling alla Baia di Ieranto e a Marina del Cantone. Sono tutti modi divertenti e salutari per scoprire e vivere uno dei posti più suggestivi del mondo.

Solo tante le opzioni per poter vivere una vacanza indimenticabile, rispettando l’ecosistema e le tradizioni di un determinato ambiente!

In ogni caso, il suggerimento migliore che posso darvi è quello di rivolgervi sempre a realtà locali per i servizi sul territorio: dalle guide, ai transfer, ai tour in barca, eccetera. Questo è sicuramente il modo più diretto per sostenere l’economia locale di un territorio.

Con i consigli di questo articolo spero di esservi stata utile: tutti possiamo sostenere l’economia locale di un territorio anche quando viaggiamo, contribuendo così allo sviluppo di un mondo migliore per noi e per le generazioni future!


  • -

Gli struffoli: origini e ricetta

Category:Blog,Gastronomia Tags : 

Gli struffoli sono dolci tipici della tradizione natalizia a Massa Lubrense e, più in generale, della tradizione gastronomica meridionale, principalmente di quella napoletana.

Conosciuti anche come strangolapre(ve)te, gli struffoli si presentano come piccole palline di pasta dolce fritte e poi immerse nel miele, decorate con confetti colorati e cedro. Una vera delizia che non può mancare sulle tavole dei dolci natalizi.

Le origini di questo dolce dal gusto tipicamente napoletano ha radici ben più lontane. Ebbene sì, secondo la tradizione a portare gli struffoli nel Golfo di Napoli sarebbero stati gli antichi Greci. E proprio dal greco infatti che deriverebbe il nome di questo dolce tipico, più precisamente dalla parola “strongolus”, cioè dalla forma arrotondata. Un’altra teoria sempre legata all’etimologia del termine sarebbe che “struffolo” derivi dal verbo strofinare per indicare il gesto che compie chi lavora la pasta, per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in palline. Secondo altri, gli struffoli si chiamerebbero così proprio perché strofinano il palato per la loro bontà.

A Napoli, un tempo, gli struffoli venivano preparati nei conventi dalle suore dei vari ordini e dati in dono a Natale alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità. Probabilmente, gli struffoli sono divenuti un dolce tipico di Natale perché uno degli ingredienti fondamentali è il miele, un elemento strettamente collegato alla simbologia cattolica e cristiana riguardante l’amore.

Gli struffoli oggi sono parte della tradizione dolciaria campana, ma ogni regione centro-meridionale ne ha una sua versione. In Calabria e in Basilicata sono conosciuti come “cicirata” per la loro somiglianza ai ceci, in Abruzzo sono chiamati “cicerchiata” perché ricordano le cicerchie e a Palermo sono chiamati “strufoli“. Ogni regione meridionale li prepara secondo le proprie tradizioni e ricette tramandate di famiglia in famiglia.

La ricetta tradizionale

Ingredienti per l’impasto

  • 200gr di zucchero
  • 500gr di farina
  • 4 uova
  • 60gr di burro
  • 1 scorza d’arancia
  • 1 scorza di limone
  • 1 pizzico di sale
  • 15gr di liquore all’anice
  • 1 cucchiaio di cannella
  • 1 cucchiaio di vaniglia
  • olio di semi di arachide per friggere

Ingredienti per decorare

  • 175gr di miele millefiori
  • confettini argentati e decorazioni alimentari
  • 30gr di cedro candito
  • 30gr di ciliegie candite
  • 30gr di arancia candita

Preparazione

Amalgamare la farina, lo zucchero, il burro e le uova, il limone e l’arancia grattugiati, un pizzico di sale, il bicchierino di anice, vaniglia e cannella in una ciotola. Impastare fino a creare un panetto compatto da ricoprire con un canovaccio pulito da far riposare almeno 30 minuti. 

Dividere il panetto in 6/7 parti uguali con un coltello e tagliare in parti sempre più piccole fino a ricavare gli struffoli della giusta grandezza. Disporre gli struffoli su un panno e friggerli per 3 minuti in olio bollente e mescolare per ottenere una cottura e doratura omogenea. Una volta pronti, trasferire gli struffoli in un vassoio ricoperto di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Nel frattempo, sciogliere il miele in un pentolino. 

Tagliare a cubetti le ciliegie, il cedro e l’arancia candita. Unire il tutto agli struffoli, versare il miele e amalgamare bene con un mestolo di legno fino a quando gli struffoli non saranno completamente avvolti nel miele e lasciare raffreddare.

Trasferire il composto su un piatto da portata e completare il dolce con decorazioni, confetti e frutta candita. E ora, non resta che assaggiare il dolce tipico natalizio!


  • -

Il liquore di mirto: tra storia e produzione

Category:Blog,Gastronomia Tags : 

Il liquore di mirto è un digestivo ottenuto dalla macerazione di bacche mature di mirto. È popolare in varie zone d’Italia, essendo la pianta del mirto (Myrtus communis) tipica della macchia mediterranea.

A Massa Lubrense, la pianta è diffusa lungo i versanti più esposti al sole, dove si sviluppa dal livello del mare fino a un’altitudine di 500 metri. È possibile trovarne, per esempio, ai lati del sentiero che porta alla Baia di Ieranto o lungo il Sentiero delle Sirenuse.

Il liquore di mirto è una tradizione radicata a Massa Lubrense ed è prodotto sia artigianalmente nelle case locali che in distillerie specializzate presenti nel territorio. Questo liquore è amato non solo per il suo sapore unico, ma anche per la sua connessione storica con la cultura e la tradizione della regione.

La produzione casalinga spesso coinvolge ricette tramandate di generazione in generazione, mentre le distillerie commerciali lo preparano su scala più ampia, contribuendo a diffondere il suo gusto caratteristico in tutto il territorio.

La pianta di mirto

La pianta di mirto, scientificamente denominata Myrtus communis, appartiene alla famiglia delle mirtacee e ha foglie di un verde intenso che emanano odori gradevoli. È un arbusto sempreverde tipico della macchia mediterranea, che predilige un clima mite. Ma può resistere anche alle gelate, se protetto e riparato dalle intemperie.

I fiori, semplici e di colore bianco sono solitari ed eleganti. Secondo la fenologia, la pianta di mirto fiorisce tra i mesi di maggio e giugno e fruttifica verso ottobre e novembre per la raccolta delle sue bacche.

liquore di mirto
Fiori di mirto

Origini del liquore di mirto

Le origini di questo liquore sono antichissime e avvolte nel mistero. Tracce delle piante di mirto compaiono già in documenti antichi scritti di egizi e arabi. Si dice che gli antichi Egizi decorassero le loro città con rami di mirto durante le feste, attribuendo alla pianta un potere divino in grado di allontanare gli spiriti maligni, le catastrofi e le malattie.

Inoltre, il mirto era anche la pianta sacra ad Afrodite. Nel mito, la pianta proteggeva le virtù di Afrodite dallo sguardo malizioso dei satiri. Pertanto, è considerata una pianta che rappresenta l’amore, la fertilità e l’eros e veniva utilizzata, appunto, come rimedio afrodisiaco o per adornare i banchetti nuziali.

La raccolta

Il periodo della raccolta del mirto inizia dal mese di novembre, quando le bacche stanno giungendo a maturazione, e si prolunga fino al mese di gennaio. Secondo gli artigiani produttori di mirto, però, il periodo migliore per la raccolta è il mese di dicembre, quando le bacche non sono troppo crude e nemmeno troppo cotte. Il segreto per capire se le bacche possono essere raccolte, ci viene svelato dalla presenza della pruina. Una sostanza prodotta dai frutti stessi sulla loro superficie che rende la bacca di mirto di un colore blu-opaco e che dona al frutto un gusto intenso e deciso.

La raccolta delle bacche di mirto avviene quasi esclusivamente a mano. Sebbene questo tipo di raccolta si ripercuote sulla velocità, è preferibile per il suo impatto minimo sulla pianta e la capacità di preservare intatte tutte le caratteristiche delle bacche.

Le bacche fresche, una volta raccolte, devono essere subito lavorate per la produzione del liquore di mirto.

Bacche di mirto appena raccolte

La ricetta

La preparazione del liquore di mirto è lunga ma semplice allo stesso tempo.

Ingredienti (per 2 litri):

  • 1 l acqua
  • 500 g bacche di mirto
  • 500 g zucchero semolato
  • 1 l alcol puro (90°)

Preparazione:

Prendere le bacche di mirto, lavarle sotto un getto d’acqua corrente e metterle in un colino per eliminare così le impurità. Lasciare eventualmente alcune foglioline in un numero limitato.

Una volta lavate, lasciare appassire per 2 o 3 giorni su alcuni canovacci puliti. A questo punto, riporre le bacche di mirto assieme all’alcool in un vaso a chiusura ermetica, essenziale per mantenere integri aromi e profumi. Riporre il recipiente in un posto buio e fresco per circa 40-50 giorni.

Trascorso il tempo di riposo, scolare le bacche. Utilizzando un canovaccio pulito, spremere le bacche delicatamente per estrarne il succo.

Nel frattempo, far bollire l’acqua sul fuoco e quando avrà quasi raggiunto la temperatura d’ebollizione iniziare a sciogliere lentamente lo zucchero. Una volta che lo sciroppo composto da acqua e zucchero si sarà raffreddato completamente, aggiungere l’alcool aromatizzato con le bacche di mirto e mescolare il liquore ottenuto con un cucchiaio di legno. Con un colino, filtrare il liquore e poi, con un imbuto, trasferirlo nelle bottiglie di vetro.

Prima di degustare il liquore al mirto, bisogna farlo riposare in un luogo fresco per almeno un mese. Dopodiché non resta che sorseggiare a temperatura ambiente l’ottimo digestivo dall’aroma tipicamente mediterraneo.


  • -

I dolci tipici di Capri

Category:Blog,Gastronomia Tags : 

La torta caprese

L’isola di Capri, nota per la meravigliosa costa, i faraglioni e molteplici attrazioni come la Grotta Azzurra, si caratterizza in quanto terra della torta caprese. Esiste una storia che racconta che questo dolce nacque dall’errore di un pasticciere che dimenticò di mettere la farina nell’impasto: il risultato fu così sorprendente che si continuò a prepararla soltanto con mandorle, zucchero, burro e uova, senza farina e senza lievito. Si tratta, quindi, di un dolce soffice e profumato perfetto per celiaci e intolleranti al lattosio.

Ne esistono varie versioni: classica al cioccolato amaro, al limone, alle mandorle e limoncello o al pistacchio e cioccolato bianco, oltre a molte altre. Può essere gustata a temperatura ambiente o tiepida e la si può accompagnare a della panna montata, del gelato o a della frutta di stagione.

I gelati

Oltre alla caprese, proprio il gelato è un altro simbolo dell’isola.

In diversi bar o pasticcerie se ne possono trovare di ottimi, realizzati con ingredienti freschi e di prima qualità, dei quali anche la cialda croccante è artigianale e spesso viene servita ancora calda a forma di cono o di coppetta.

Il gelato, uno dei dolci tipici della pasticceria di Capri

È possibile anche gustarlo nella versione “tulipano”, cioè arricchito con panna montata e una ganache di cioccolato fuso. Inoltre si possono trovare anche delle coppe o degli affogati da personalizzare con nocciole, confetti colorati, panna e creme, assaporandoli proprio seduti ai tavoli di posti che hanno fatto la storia del luogo.

I biscotti e la pasticceria secca

Altri dolcetti nati all’ombra dei faraglioni sono i caprilù. Si tratta di profumati e soffici biscotti alla pasta di mandorle e limone che si preparano con soli albumi e sono senza glutine. La ricetta originale è segreta, ma è a tutti noto che questi biscotti sono realizzati abbinando alle mandorle due meravigliosi prodotti tipici, i limoni del posto e il liquore limoncello, i quali caratterizzano questa icona di bontà.

Da non dimenticare, poi, i ricci capresi, a base di pinoli e cioccolato nella doppia versione “nera” e “bianca”, il cannolo al pistacchio, la pasticceria secca e la biscotteria da tè, la brioche “con il tuppo” con la panna, le graffe e i kranz, sia con uva sultanina che con gocce di cioccolato.

Le graffe, uno squisito dolce lievitato tipico della cucina napoletana

È evidente l’enorme ricchezza di sapori e profumi che offre la pasticceria partenopea nella sua declinazione isolana, che vi invitiamo a gustare scegliendo ciò che più vi alletta nei luoghi che hanno contribuito a scrivere la storia gastronomica caprese.


  • -

Cosa fare a Massa Lubrense quando piove

Category:Blog,Gastronomia,Luoghi,Viaggio Tags : 

Il territorio di Massa Lubrense è rinomato soprattutto per i suoi incantevoli paesaggi e le attività all’aperto. Ma cosa fare a Massa Lubrense quando piove? La pioggia non fermerà la tua scoperta di questa splendida destinazione! Anche nelle giornate piovose, questa località offre opportunità affascinanti.

Fattorie

Visitare un agriturismo locale potrebbe essere una valida opzione per rendere piacevole una giornata di pioggia in compagnia della propria famiglia. Nel territorio di Massa Lubrense, infatti, sono disseminate diverse aziende agricole che organizzano percorsi che permettono di degustare i prodotti tipici locali come il famoso olio extravergine di oliva D.O.P. della Penisola Sorrentina, il Limone di Sorrento I.G.P., arance, mandarini e ortaggi vari.

Cosa fare a Massa Lubrense quando piove

Corsi di cucina

A Massa Lubrense sono disponibili anche delle scuole che impartiscono lezioni per apprendere l’arte della gastronomia. Durante le lezioni di cucina si insegnano le preparazioni di diversi piatti tipici della tradizione mediterranea come gnocchi, ravioli, pizza e non solo! Le lezioni si svolgono al chiuso, sono quindi un’ottima possibilità per trascorrere un pomeriggio piovoso.

Cosa fare a Massa Lubrense quando piove

Ristoranti

Se cucinare non fa per voi o semplicemente non ne avete voglia, un’ottima opzione per godersi una giornata di pioggia a Massa Lubrense è gustare un pasto delizioso in uno dei suoi accoglienti ristoranti. Lasciatevi tentare dalle prelibatezze locali e godetevi un’esperienza culinaria memorabile mentre la pioggia aggiunge un tocco accogliente all’atmosfera. Diversi ristoranti vi permetteranno di degustare i sapori tipici della cucina italiana, spaziando dalle ricette tradizionali a quelle gourmet. La cucina mediterranea vanta freschissimi prodotti di terra e di mare, da accostare a un buon bicchiere di vino locale.

Panorami insoliti

Il territorio di Massa Lubrense è caratterizzato dalla presenza di paesaggi mozzafiato. Durante le giornate piovose, la bellezza del territorio si trasforma, offrendo una visione affascinante e suggestiva. Tra le cose da fare a Massa Lubrense quando piove, quindi, sicuramente consigliamo di apprezzarne i panorami. Trovarsi al riparo mentre si ammirano gli intricati dettagli dei panorami costieri e delle verdi colline, mentre la pioggia crea una danza cangiante di colori e luci, può essere un’esperienza davvero unica e memorabile. I punti panoramici, le terrazze coperte e anche i vetri delle finestre panoramiche dei locali possono offrire una prospettiva suggestiva e romantica sullo splendore naturale di Massa Lubrense, anche quando il cielo è nuvoloso e il suolo bagnato. Non perdete l’occasione di vivere l’intima bellezza di questo luogo, arricchita dalla pioggia che ne accentua il fascino.

Musei

Non ci sono musei a Massa Lubrense, ma i reperti archeologici ritrovati nel nostro territorio sono custoditi al Museo Archeologico Georges Vallet a Villa Fondi, Piano di Sorrento.

Anche a Sorrento ci sono diversi musei da poter visitare in una giornata di pioggia.

Il Museo della Tarsialignea (MUTA) è un museo dedicato all’arte dell’intarsiatura sorrentina. Le sale accolgono le esposizioni di diversi oggetti in legno realizzati dagli intarsiatori sorrentini dell’Ottocento.

La sede del Museo Correale di Sorrento è una villa settecentesca. Al suo interno vengono ospitati dei dipinti tipici del manierismo napoletano del XVI secolo e di numerosi artisti che facevano parte della “Scuola di Posillipo”. Vi sono anche esempi di intarsio sorrentino, di arredi storici e di prestigiose porcellane risalenti al XVIII secolo.


  • -

La ricetta del babà

Category:Blog,Gastronomia Tags : 

Il babà è un dolce a pasta lievitata molto soffice, bagnato con il rum e dalla caratteristica forma a funghetto. Costituisce un prodotto tipico della pasticceria napoletana tradizionale.

Originariamente era un dolce a lievitazione naturale proveniente dalla Polonia e altri paesi slavi, poi è stato perfezionato dai cuochi francesi prima di approdare a Napoli. Si racconta che la ricetta del babà al rum nella tipica forma a fungo moderna risalga al 1835 e sia da attribuire al celebre pasticciere Nicolas Stohrer, che l’avrebbe concepita in occasione delle nozze di Maria Leszczyńska con il re di Francia Luigi XV.

Un’altra storia racconta che il re, noto per il suo bruttissimo carattere, avesse scagliato il dolce contro una credenza frantumando una bottiglia di rum, la quale finì per inzuppare il dolce e che suo suocero lo assaggiò, trovandolo ottimo.

Il babà è entrato a pieno titolo nella tradizione della pasticceria napoletana sia sotto forma di ciambellone servito con panna montata, sia più piccolo con crema pasticcera e amarene oppure oblungo a forma di fungo di varie misure. Può essere farcito con panna e macedonia di frutta, crema chantilly e fragole, crema al mascarpone e limoncello, crema di nocciole, crema agli agrumi, con pistacchio e lamponi freschi, addirittura ne sono state realizzate anche versioni salate molto gustose con salumi e formaggi come il provolone, la scamorza, il groviera o il pecorino romano.

Babà alla crema con frutti di bosco

Insomma, sono infinite le rivisitazioni di questo intramontabile dolce simbolo della cultura culinaria italiana, ma soprattutto napoletana. A seguire proponiamo le indicazioni per replicare a casa la versione tradizionale.

Ricetta del babà al rum

Ingredienti per i babà

  • 125 g di farina
  • 50 g di burro
  • 2 uova intere (grandi)
  • 1 tuorlo
  • 15 g di latte
  • 15 g di zucchero
  • 15 g di lievito di birra
  • un pizzico di sale

Per lo sciroppo:

  • 500 g di acqua
  • 250 g di zucchero
  • 250 g di rum
  • 1 limone
  1. Per iniziare a preparare i babà al rum occorre mescolare brevemente farina e lievito nella planetaria con il gancio, oppure a mano. Aggiungere latte, uova e tuorlo, precedentemente amalgamati e lavorare per qualche minuto fino renderlo omogeneo. Per evitare grumi, aggiungere il composto di uova e latte mentre la planetaria è in funzione o, se si lavora a mano, continuando a mescolare.
    Unire lo zucchero e mescolare. Aggiungere infine il sale e il burro, ammorbidito a temperatura ambiente. L’impasto dovrà risultare morbido, quasi liquido.
  2. Trasferire l’impasto in una sac à poche. Versarlo, quindi, negli stampi, riempiendo fino a circa 1 cm dal bordo. Lasciar lievitare per circa 30 minuti a 30° in forno spento con luce accesa.
    L’impasto dovrà fuoriuscire dagli stampi, formando una cupoletta.
  3. Infornare a 180° in forno ventilato preriscaldato per circa 13 minuti. I babà saranno pronti quando si sfileranno facilmente dallo stampo. Si può tagliare il fondo di un babà e verificare l’alveolatura dell’impasto. Sformare e lasciare raffreddare bene.
  4. Per preparare la bagna: in un pentolino far scaldare acqua, zucchero e scorza di limone. Portare a bollore, poi filtrare. Aggiungere il rum. Trasferire la bagna in una ciotola e, quando è ancora calda, immergere completamente i babà per qualche istante. Far scolare su una gratella per dolci.
  5. Far riposare in frigorifero circa 1 ora prima di servirli per gustarli al meglio. I babà a rum, prima di essere bagnati, si possono conservare in frigorifero circa una settimana o in congelatore, fino alla sera prima dell’utilizzo, ben chiusi in un sacchetto per alimenti.