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Spiaggia di Recommone

Spiaggia di Recommone

Da raggiungere a piedi o in barca, l’insenatura di Recommone è un posto incantevole.

La spiaggia di Recommone si trova in un’insenatura tra la Marina del Cantone e il fiordo di Crapolla. La spiaggia, lunga circa 65 metri, è in ciottoli chiari e piccoli; sulla destra c’è un ristorante con una piccola banchina in cemento.

Recommone è raggiungibile sia via mare che via terra, attraverso un breve ma panoramico sentiero che inizia dalla spiaggia del Cantone e gira attorno al promontorio di Sant’Antonio. Poco prima della punta, è possibile ammirare la Torre di Recommone (1567).

Nella piccola insenatura di Recommone, a livello del mare, si trovano varie cavità; la più grande è la Grotta di Recommone, conosciuta anche come Grotta dei Pescatori perché a questi offriva una zona d’ombra in cui poter ancorare.

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Punta Campanella

Punta Campanella è l’estrema punta della Penisola Sorrentina, sorgeva forse qui il tempio greco dedicato alle sirene, la cui fondazione mitica è attribuita a Ulisse.

Come arrivare a Punta Campanella

Una piacevole escursione a piedi è l’unico modo per raggiungere Punta Campanella, attraverso un percorso di circa un’ora sul versante nord del Promontorium Minervae, che separa il golfo di Napoli dal golfo di Salerno. Il tratto rientra nel Sentiero di Athena, circuito ad anello che collega Punta Campanella al Monte San Costanzo.

Da piazza Santa Croce a Termini si imbocca via Campanella. Dopo circa 400 metri al bivio si prosegue a destra verso l’antica via Minerva, una mulattiera greco-romana costruita nel IV sec. a.C. e ancora parzialmente pavimentata con il basolato romano. Lungo la discesa, si trova sulla destra una deviazione per la Cala di Mitigliano, un’insenatura con una spiaggetta in ciottoli con vista su Capri. Ma per Punta Campanella si prosegue sempre dritto.

La vegetazione si fa via via più rada e si comincia a intravedere l’isola di Capri, mentre sulla destra compare la Torre di Fossa di Papa. La strada si fa quindi più ripida e mostra un tappeto di asfalto che dal 1962 ricopre tratti ben conservati del pavimento romano.

La torre Minerva , tra storia e religione

Finalmente si vedono apparire la torre e il faro di Punta Campanella: la torre, in tufo grigio, sorge sul sito che probabilmente ospitava nell’antichità un tempio dedicato ad Athena – Minerva, fondato dai greci ed ereditato poi dai romani. La presenza di un tempio è attestata dai ruderi archeologici tuttora visibili intorno alla torre.

La torre, nota anche come Torre Minerva, fu costruita su ordine di Roberto d’Angiò tra il 1334 e il 1335 e poi rifatta nel 1556 dopo la sua distruzione per mano dei Turchi. Situata in posizione strategica, la torre serviva per l’avvistamento dei pirati e faceva parte di un sistema di torri di guardia e di difesa costruito lungo tutta la costa e l’interno della Penisola Sorrentina. Su di essa veniva fatta suonare una campana in caso di allarme e questo è probabilmente l’origine del nome di Punta Campanella.

Vista da qui, Capri appare così vicina che sembra di poterla toccare.

Sul lato sinistro della torre, una discesa conduce con non poche difficoltà alla Grotta delle Sirene, a metà strada è scolpita un’epigrafe rupestre in lingua osca della prima metà del II sec. a. C., a dimostrazione della presenza di popolazioni italiche in una zona da sempre ritenuta occupata dai greci.

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Sentiero di Athena

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Sentiero di Athena

Sentiero di Athena

Da Termini a Punta Campanella, poi Monte San Costanzo e ritorno a Termini: tra i luoghi più suggestivi del territorio.

Il Sentiero di Athena attraversa un’area particolarmente interessante per la sua importanza storica, per l’aspetto selvaggio che qui la natura conserva e per i meravigliosi panorami che offre, da Punta Campanella al Monte San Costanzo.

Da piazza Santa Croce a Termini si imbocca via Campanella, dopo circa 200 metri al bivio si prosegue a destra verso l’antica via Minerva, una mulattiera greco-romana ancora parzialmente pavimentata con il basolato romano.

Attraversando il versante nord del Promontorium Minervae, che separa il golfo di Napoli dal golfo di Salerno, la vegetazione si fa via via più rada e si comincia a intravedere l’isola di Capri, mentre sulla destra compare la Torre di Fossa di Papa.

Finalmente si vedono apparire la torre e il faro di Punta Campanella: la torre, in tufo grigio, sorge sul sito che probabilmente ospitava nell’antichità un tempio dedicato ad Athena – Minerva, fondato dai greci ed ereditato poi dai romani. La presenza di un tempio è attestata dai ruderi archeologici tuttora visibili intorno alla torre.

Vista da qui, Capri appare così vicina che sembra di poterla toccare.

Da Punta Campanella si prosegue verso il Monte San Costanzo, la collina più alta di Massa Lubrense, seguendo il segnavia bianco-rosso del C.A.I. (Club Alpino Italiano) che indica l’Alta Via dei Monti Lattari. Si attraversa così il versante sud del promontorio, lasciando alle spalle l’isola di Capri; sulla destra, la vista si apre sulla Baia di Ieranto.

Giunti alla piccola pineta, che offre una piacevole zona d’ombra, una scalea di pietra calcarea conduce in breve tempo alla cima del monte. Qui, dalla chiesetta bianca di San Costanzo, risalente alla seconda metà del Cinquecento, il panorama si apre a 360 gradi su tutto il paesaggio che comprende il territorio di Massa Lubrense, dal golfo di Napoli a quello di Salerno, con l’imponente Vesuvio, le isole di Capri, Ischia e Procida.

Per tornare a Termini, l’antico sentiero che interseca i tornanti della strada principale è più breve, ma più ripido e abbastanza sconnesso; terminerà poco prima del bivio con via Campanella.

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Trekking a Massa Lubrense

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I paesaggi che offre Massa Lubrense sono veramente mozzafiato, e il miglior modo per godere della loro bellezza è a piedi.

Le escursioni in programma a Massa Lubrense, sono indicate in verde nel calendario degli eventi.

Nella sezione Cartine puoi scaricare gratis tutte le mappe del territorio.

Puoi sfogliare online “Massa Lubrense. Il paradiso è qui“: la guida sui sentieri di Massa Lubrense.
In italiano, inglese, tedesco e francese.


La rete sentieristica che attraversa tutto il territorio, permette agli amanti dell’escursionismo di scegliere tra diverse possibilità di trekking a Massa Lubrense.

Vi presentiamo gli itinerari più belli:

Trekking a Massa Lubrense:  Sentiero di Athena
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Trekking a Massa Lubrense:  Massa - Sorrento
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Trekking a Massa Lubrense:  S. Agata - Massa
S. Agata – Massa

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Archeologia

Abitato fin dalla preistoria, il territorio di Massa Lubrense è ricco di testimonianze del passato, straordinari tesori spesso sconosciuti.

La parte estrema della Penisola Sorrentina, in antichità Sirenussai, poi Athenaion e Promontorium Minervae, e oggi Massa Lubrense, che ha visto i primi traffici del Mediterraneo, è ancora oggi pervasa dai miti di Ulisse e delle Sirene, di Liparos e degli Argonauti.

Epoca preistorica

In epoca preistorica vi ritroviamo testimonianze fondamentali per lo studio del Paleolitico nella grotta dello Scoglione a Marina del Cantone (resti neandertaliani di 120.000 – 35.000 anni fa) e del Neolitico nella grotta delle Noglie al San Costanzo.

Epoca storica

In epoca storica abbiamo da ricercare due tra i santuari più importanti del mondo antico: quello delle Sirene e quello di Athena Tirrena.

Se per quello di Athena vi sono ormai delle certezze, con la scoperta di un’iscrizione rupestre osca alla Punta della Campanella, in cui sono menzionati tre “Meddices minervii” e che porta a ubicare il santuario nella parte estrema della penisola, non altrettante certezze abbiamo per quello più antico delle Sirene. Tutte le ipotesi sono aperte: Deserto, San Costanzo, Ieranto.


Archeologia a Massa Lubrense

Epigrafe in lingua osca, a Punta Campanella.

Datazione incerta tra III e I secolo a.C.

“M. Gavio (figlio di) M., L. Pittaco (figlio di) M., L. Apulo (figlio di) Ma., meddices (del santuario di) Minerva, fecero sì che si facesse questa scala; essi stessi approvarono.”


Lungo la costa prevalgono i sanniti, gli oschi o i greci; in collina, riferendoci soprattutto ai corredi tombali del Vadabillo e alle altre necropoli del Deserto, dobbiamo immaginare una forte influenza etrusca, che premeva dall’entroterra per uno sbocco a mare.

Epoca romana

In epoca romana la costa fu interessata dalla costruzione di un gran numero di ville marittime, cui facevano riscontro altrettante ville rustiche nell’interno. Da Puolo a Marcigliano, alla Lobra, a Punta San Lorenzo, a Mitigliano, a Marina del Cantone, all’Isca e a Crapolla, troviamo insediamenti arditi e fastosi come solo i romani potevano realizzare. Spiccano in questo contesto le ville di Capo di Massa e quelle della Chiaia, la prima per le testimonianze di Stazio, e l’altra per averci restituito il più grande ninfeo decorato a mosaico del mondo antico (ora visitabile a Villa Fondi – Piano di Sorrento).

Altro cenno merita la villa romana di Punta della Campanella, realizzata in epoca tiberina, a servizio della residenza imperiale di Capri e quindi con funzioni diverse dalla residenza.