Chiesa di Santa Teresa

Località: Massa centro

Scendendo dalla Piazza Vescovado per via Palma a Massa Centro, sulla sinistra si incontra il convento e l’annessa chiesa di Santa Teresa. Il complesso fu fondato nel 1673 per volere dell’Università e del Vescovo Francesco Maria Neri. Il terreno fu donato da una giovane del luogo, Augusta Maldacea, che divenne monaca nel convento con il nome di Suor Anna del Bene.

Inizialmente, l’opera religiosa stentò a “decollare”. Solo con l’arrivo da Capri della mistica e religiosa Serafina di Dio, che soggiornò a lungo a Massa Lubrense, il convento poté svilupparsi, aderendo alla famiglia carmelitana.

Oggi, il cortile su cui si affacciava il fabbricato del convento non esiste più. Anche il porticato è stato chiuso per permettere la costruzione dell’attuale strada che dalla piazza principale conduce al porto. Le masse volumetriche del convento si concludono con il severo prospetto della chiesa.

Descrizione della Chiesa di Santa Teresa

La facciata della chiesa, completata dall’architetto Giuseppe Stendardo, è divisa orizzontalmente da un alto cornicione in piperno, che si ripete nel coronamento. In senso verticale, è scandita da semplici lesene in mattoni rossi, che delimitano gli spazi corrispondenti alle arcate retrostanti. Nella parte superiore, le lesene si concludono con capitelli “alla michelangiolina”.

L’arco d’ingresso, incorniciato da lesene e con una voluta come chiave, è sormontato da un alto finestrone con cornici in piperno, che corrisponde al coro interno. Questo finestrone è affiancato da due aperture, oggi murate, che si affacciavano sul cortile. Al piano inferiore, altre due aperture a forma di occhi di bue, un tempo aperte, corrispondono alle aperture superiori.

L’accesso alla chiesa avviene attraverso una rampa posta sotto l’arcata centrale, che si divide in due scale laterali simmetriche, che conducono al Conservatorio e alla chiesa stessa.

L’interno della chiesa è a navata unica, con due cappelle laterali: una dedicata alla Sacra Famiglia, l’altra alla Madonna del Carmine. Lungo l’intera navata si estende un lungo matroneo, che termina in un coro chiuso che occupa l’intera abside al piano superiore. Un secondo coro è collocato allo stesso livello del pavimento della chiesa. Ospitava un tempo i busti reliquiari seicenteschi contenenti i resti di martiri romani provenienti dalla chiesa del Collegio Gesuita di Lubriano. Fu il padre generale gesuita Claudio Acquaviva a donare le preziose reliquie a padre Vincenzo Maggio, il fondatore del collegio lubrense.

L’impaginazione architettonica interna della Chiesa di Santa Teresa è ottenuta con alte paraste decorate con punte lanceolate, i cui capitelli sono abbelliti da angeli, seguendo la migliore tradizione fanzanghiana.

L’attuale altare maggiore, realizzato con marmi policromi in stile barocco, fu eretto tra il 1757 e il 1763. Una tela raffigurante Santa Teresa d’Avila, attribuita ad Andrea Malinconico, domina l’altare. Ai lati dell’altare si trovano due pietre sepolcrali appartenenti alla famiglia Persico, con stemmi ed epigrafi.

Particolarmente prezioso è l’antico pavimento maiolicato del Settecento, perfettamente conservato e attribuito al Chiajese. Lungo i lati, l’elegante soluzione di far emergere brani decorativi maiolicati da altri lasciati in terracotta naturale conferisce al pavimento un aspetto suggestivo. Al centro, un motivo decorativo cruciforme formato da foglie sembra ricordare i bracci della stella simboleggiante lo Spirito Santo.