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Atenea, la diosa de Punta Campanella: entre el mito y la leyenda

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Atenea, también conocida como Athena en la mitología griega, era una de las principales deidades del Olimpo. El Santuario situado en lo alto del promontorio de Punta Campanella, divisoria de aguas entre el golfo de Nápoles y el de Salerno, estaba dedicado a la diosa Atenea.

Quien era la diosa Atenea

Atenea era considerada la diosa de la sabiduría, las artes, las ciencias, la justicia, la estrategia militar y la civilización. A menudo se la representa con un casco, un escudo y una lanza, símbolos de su papel protector hacia los héroes y las ciudades griegas.

La diosa Atenea estaba asociada tanto con la guerra como con la paz. Aunque tenía un lado guerrero y era considerada protectora de los combatientes, también tenía un enfoque estratégico y táctico de la guerra, en contraste con Ares, el brutal dios de la guerra. Era conocida por su racionalidad, su amor por el conocimiento y su capacidad para resolver conflictos de forma pacífica.

Atenea era la diosa patrona de muchas ciudades griegas, incluida Atenas, que lleva su nombre. Fue una figura icónica de la mitología griega y un personaje recurrente en las obras literarias y artísticas de la antigua Grecia. Su influencia se extendió también a la cultura y la filosofía, contribuyendo a la formación de las ideas y valores de la antigua civilización griega.

En el culto romano, Minerva era la divinidad correspondiente a Atenea. Su culto jugó un papel importante en la vida religiosa y cultural de la antigua Roma. De hecho, su figura representaba importantes virtudes e ideales romanos como la sabiduría, la estrategia y la justicia.

Historia del Santuario de Atenea

En lo alto del promontorio del Ateneo, actual promontorio de Punta Campanella, se encontraba el santuario de Atenea. Construido por los griegos, fue primero un templo griego y luego romano después, dedicado a la deidad protectora de marineros y comerciantes. La presencia del Santuario de Atenea está atestiguada por fuentes literarias históricas, desde Estrabón hasta Tito Livio. También aparece una referencia en el antiguo mapa romano “Tavola Peutingeriana”.

La confirmación definitiva de la posición del Santuario de Atenea en el extremo del promontorio de Punta Campanella llegó desde un descubrimiento excepcional ocurrido en 1985. Se trataba de un antiguo epígrafe grabado en la roca y escrito en lengua osca, datable en la primera mitad del siglo II a.C. Este epígrafe era de carácter público y mencionaba a tres magistrados de Minerva, conocidos como Meddices Minervii, que supervisaron y verificaron la construcción de las obras relativas al rellano y a la escalera oriental que conducía al Santuario.

Algunos restos del santuario dedicado a Atenea todavía se pueden ver al final de una emocionante ruta de senderismo. De hecho, es muy probable que las ruinas aún visibles cerca de la torre sarracena de Punta Campanella sean los restos de los cimientos del templo, situado al sur de la torre.

Mito del templo de Atenea

La legendaria fundación del templo de Atenea en Punta Campanella se atribuye a Ulises. El promontorio era la morada de las sirenas Leucosia, Partenope y Ligeia, conocidas por su canto hechizante que engañaba a todos los marineros, haciéndoles perder el control de sus barcos. El sagaz Ulises, para proteger a sus compañeros, les hizo llevar tapones en los oídos, lo que permitió que el barco y sus amigos llegaran ilesos al muelle del promontorio de Punta Campanella. Agradecido por la guía y protección de Atenea, como señal de devoción, Odiseo construyó el templo en honor a la diosa.

Por tanto, el santuario de Atenea representa el punto de encuentro entre la historia, el mito y la leyenda de este territorio. Un patrimonio que enriquecería no sólo la belleza natural, sino también la belleza histórica y arqueológica de Massa Lubrense.


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Como visitar Pompei desde Massa Lubrense

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Pompei è un interessante sito archeologico che riesce ad attrarre turisti provenienti da ogni parte del mondo. La sua storia è legata alla tragica eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C., che seppellì questa ricca città romana insieme ad altre come Ercolano, Oplontis e Stabiae. Gli scavi permettono di visitare alcuni edifici pubblici, le antiche ville patrizie così come le botteghe, le osterie, le case popolari, i lupanari e tanto altro. La città, inoltre, fonde tutto ciò che resta dell’antico mondo romano-pagano con la spiritualità cristiana, testimoniata dal Santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario di Pompei.

Pompei

Esistono diverse soluzioni per visitare il sito di Pompei da Massa Lubrense:

In treno

La linea ferroviaria inizia a Sorrento. Tutti gli autobus che da Massa Lubrense vanno a Sorrento raggiungono la fermata Stazione Circumvesuviana.

Da qui, basta prendere il treno della Circumvesuviana Sorrento-Napoli e in circa venti minuti si arriva alla fermata Pompei – Villa dei Misteri. L’ingresso “Porta Marina Superiore” si trova di fronte all’ingresso della Circumvesuviana ma se si prosegue ancora per qualche metro è possibile entrare anche dall’ingresso di “Porta Marina Inferiore” a Piazza Esedra.

In auto

Un altro modo per poter raggiungere facilmente gli scavi di Pompei da Massa Lubrense è in auto, prendendo l’autostrada A3 Napoli-Salerno (uscita Pompei Ovest). Nei pressi delle entrate al sito archeologico ci sono molte possibilità di parcheggio in grandi aree appositamente attrezzate.

Con la comodità di un’auto a propria disposizione, si può godere di piena autonomia e scegliere come proseguire la giornata alla scoperta di nuove meraviglie. Dopo aver visitato gli scavi di Pompei, si ha l’opportunità di ampliare il viaggio con una visita all’imponente Vesuvio, il celebre vulcano che custodisce una storia millenaria, oppure a una delle tante cantine vinicole nelle vicinanze.

Con autisti privati

Il servizio di noleggio con conducente (NCC) offerto da diverse compagnie può rivelarsi un’altra soluzione valida per visitare Pompei da Massa Lubrense. Questa opzione è adatta soprattutto a coloro che scelgono di viaggiare con la propria famiglia o con un gruppo ristretto di amici. Basterà semplicemente contattare una delle compagnie locali e indicare il numero di passeggeri, la data e l’orario di partenza.

Solitamente, le compagnie propongono escursioni giornaliere di 7 o 8 ore, in cui è possibile visitare sia Pompei che il Monte Vesuvio, oppure Pompei e Ercolano.


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Quiénes eran los sarracenos

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di Silvia Cossu

Il termine Saraceni” nacque nell’Antichità per indicare gli Arabi del deserto. Più precisamente tra il IX e il X secolo, periodo in cui l’Europa subì incursioni da parte di vari popoli provenienti dalle coste del Mediterraneo. Chi erano i Saraceni dunque?

Storia

I Saraceni erano un popolo di religione musulmana proveniente dalla penisola Arabica, vivevano sulle coste meridionali e lungo le isole del Mediterraneo. A differenza di altri popoli, le loro incursioni avvenivano soprattutto via mare e proprio per questo motivo venivano definiti “pirati barbareschi”. Il loro obiettivo principale erano le navi, militari o civili, che solcavano il Mediterraneo provenienti da paesi europei, che attaccavano e derubavano a proprio esclusivo beneficio.

In particolare, gli abitanti di questo popolo erano stanziati nell’Africa del Nord e nella Spagna meridionale e fu proprio partendo da queste sedi che, tra il X e l’XI secolo, iniziarono a compiere varie incursioni verso le coste italiane e francesi.

Solitamente arrivavano sulle coste con le loro navi e devastavano interamente i villaggi e le campagne che incontravano, con il solo scopo di fare bottino. Una volta messo insieme ciò di cui erano alla ricerca tornavano indietro verso l’Africa e la Spagna. Proprio in questo periodo, per far fronte alle incursioni saracene, le coste italiane e francesi si dotarono di punti di vedetta da cui gli uomini osservavano il mare, per cercare di individuare possibili attacchi da parte dei saraceni e prendere le adeguate misure di difesa.

Le torri anticorsare

Chi erano i Saraceni

Quando gli attacchi sulle coste cominciarono a farsi sempre più intensi, nacquero le cosiddette torri di guardia, edificate per metter in guardia le popolazioni. Da ogni torre era possibile scrutare il mare e inviare segnali luminosi e di fumo per trasmettere un messaggio o richiedere soccorso. 

Nella costiera amalfitana e nella penisola sorrentina le torri sono innumerevoli, in particolare nel tratto di costa di circa 27 miglia compreso tra Vietri sul Mare e il Capo di Massa Lubrense.

I pirati saraceni infatti cominciarono ad attaccare le coste di quest’area durante il IX secolo e ancora con più ferocia nel 1500. L’invasione turca a Massa Lubrense e Sorrento del 1558 rimane tra le più cruente in tutta la storia di questa violenta popolazione.

Le sorti dei prigionieri

I corsari sbarcavano sulle spiagge e si spingevano verso l’interno per cercare villaggi da razziare e cristiani da catturare. La sorte dei cristiani caduti nelle mani dei saraceni era spaventosa. I prigionieri vivevano situazioni di completo avvilimento e frustrazione che spesso li conducevano a uno stato di follia. La cattura degli schiavi in Europa era molto selettiva: gli uomini catturati dovevano essere robusti e venivano utilizzati come rematori sulle navi, le donne e i bambini erano venduti come schiavi, mentre le ragazze più belle andavano ad aumentare gli harem dei principi arabi. Spesso la liberazione degli schiavi cristiani avveniva dietro il pagamento di un riscatto.


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¡Falta poco para la Limoni in festa 2023!

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¡Ven a vivir una explosión de sabor y tradición a la Limoni in Festa de Massa Lubrense! Este evento único te espera para un festival inolvidable dedicado al rey de los cítricos: el limón.

Los días 8 y 9 de julio, las calles de la pintoresca ciudad de Massa Lubrense las calles se llenarán de colores brillantes y aromas embriagadores. Los limones locales, famosos por su calidad excepcional, serán los protagonistas absolutos de ese festival.

Como cada año, será un verdadero paraíso para los amantes de la comida y de los productos artesanales. Con la ruta degustativa se podrán degustar delicias a base de limón, de entrantes frescos a suculentos postres, hasta bebidas refrescantes. No faltarán las especialidades locales, enriquecidas por la frescura y acidez del limón, que harán cosquillas en cada paladar.

Las fechas del festival Limoni in Festa 2023

Los espectáculos

Más allá de su vertiente gastronómica, la Limoni in Festa también ofrecerá un espectáculo para los ojos.  Será posible admirar maravillosas instalaciones temáticas, con el mercado de artesanías y productos típicos que transformará las calles en un mundo mágico.

El ambiente estará animado por música y entretenimiento para todas las edades. Los Foja son un grupo musical napolitano que actuará en el concierto “Miracoli e Rivoluzioni” la primera noche del festival, el sábado 8 de julio. La banda es conocida por su estilo único, que combina sonidos tradicionales napolitanos con con influencias contemporáneas.

El domingo 9 de julio será el turno de Paolo Caiazzo, un comediante italiano que actuará en el espectáculo “Eppure sorrido”. Ese actor es conocido por su estilo cómico irónico y satírico que trata con sarcasmo y humor temas de actualidad, política y vida cotidiana.

El festival Limoni in Festa de Massa Lubrense es un evento que no debe perderse si ama la autenticidad, la cultura local y el sabor intenso de los limones: una experiencia emocionante que estimulará todos los sentidos.

¡Os esperamos en Massa Lubrense para celebrar la gran belleza de esta fruta extraordinaria!

Plan – Limoni in Festa 2023

Sábado 08 Julio

De 18:30 a 23:00 Apertura Stand de productos típicos y artesanía

De 19:00 a 23:00 Ruta degustativa: un menú de limón para degustar entre los bares

A las 21:00 Piazza Vescovado Espectáculo musical: Foja – “Miracoli e Rivoluzioni”

Domingo 9 Julio

De 10:30 a 23:00 Apertura Stand de productos típicos y artesanía

De 19:00 a 23:00 Ruta degustativa: un menú de limón para degustar entre los bares

A las 21:00 Piazza Vescovado Espectáculo: Paolo Caiazzo – “Eppure sorrido”

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El proyecto M.A.R.E. en Massa Lubrense

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por Rosario Sisto

El territorio de Massa Lubrense presenta innumerables bellezas naturales. Entre ellas, de particular importancia son los ambientes acuáticos que rodean sus costas, protegidos por el Área Marina Protegida Punta Campanella. Para salvaguardar el ecosistema marino de estos territorios, el Área Marina inició el proyecto M.A.R.E.

El objetivo de este proyecto es implicar a jóvenes voluntarios de todo el mundo en actividades diseñadas no sólo para contribuir al mantenimiento de los ecosistemas marinos locales, sino también para ayudar a difundir entre los jóvenes conocimientos importantes sobre la belleza marina y cómo mantenerla a salvo.

Para este artículo, hemos tenido la oportunidad de entrevistar a uno de los voluntarios de este año: Pedro Ribeiro.

Empecemos con una presentación: ¿cómo te llamas? ¿Cuántos años tienes? ¿De qué país eres?

Me llamo Pedro Ribeiro, tengo 26 años y soy portugués. Nací en un pequeño pueblo del interior de Portugal y estudié biología, incluida biología marina, en la Universidad de Aveiro.

Cuéntenos: ¿por qué decidió participar en el proyecto M.A.R.E.?

Después de graduarme el año pasado, busqué trabajo en Portugal, pero no encontré nada que me convenciera.

Un día descubrí la existencia del proyecto M.A.R.E. en Facebook y decidí participar en él. En particular, deseo llevar a Portugal los conocimientos que he adquirido gracias al proyecto.

Además, durante mis estudios universitarios no pude participar en un proyecto Erasmus, así que esta experiencia me permitió “llenar ese vacío”, en cierto modo.

¿Son necesarios estudios o preparaciones específicas para participar en el proyecto M.A.R.E.?

De hecho, de los 10 voluntarios que participan actualmente en el proyecto, sólo 7 tienen conocimientos de biología marina, mientras que los otros 3 han estudiado asignaturas completamente diferentes.

Sin embargo, aunque no es estrictamente necesario tener conocimientos específicos para convertirse en voluntario, es importante que al menos una parte del grupo haya estudiado biología marina, para apoyar a los demás en las actividades más exigentes.

¿Cuáles son las principales actividades que realizan los voluntarios?

proyecto M.A.R.E.

Durante el primer mes asistimos a un curso de italiano para facilitar la comunicación.

Las actividades reales comienzan en el verano, a menudo con la ayuda de otras asociaciones.

Las principales actividades tienen lugar en la Bahía de Ieranto , con el objetivo de proteger la biodiversidad de la zona, es decir, sus cientos de especies marinas, vegetales y animales. Cuando los barcos entran en la bahía – donde no se puede navegar a motor ni anclar – nos unimos a ellos en canoa para explicar a las personas a bordo el reglamento del parque y sus propósitos, y luego los invitamos a continuar en otro lugar.

Al mismo tiempo, nos comprometemos a enseñar a las personas la importancia de proteger este ecosistema, y a menudo organizamos excursiones en kayak y snorkel . Al hacerlo, la gente puede sumergirse personalmente en las bellezas acuáticas del territorio y conocerlo mejor.

Los voluntarios también se ocupan de la protección de las tortugas marinas: seguimos sus huellas en la arena a lo largo de las playas, en busca de posibles nidos. Una vez que encontramos el nido, lo protegemos para asegurarnos de que los huevos eclosionan de forma segura. Mientras tanto, aprovechamos para explicar a los bañistas presentes los detalles de todo el proceso.

¿Hubo dificultades para acercarse a la protección de un territorio extranjero?

Personalmente no. Adaptarse a este contexto cultural ha sido bastante fácil para mí ya que, según mi experiencia, Italia y Portugal no son países muy diferentes desde el punto de vista sociocultural.

¿Cómo influye en las actividades la colaboración entre jóvenes de diferentes países y culturas?

Progetto M.A.R.E.

Algunas de las actividades del proyecto M.A.R.E. también pretenden crear fuertes vínculos entre nosotros, sentirnos unidos por encima de las diferencias culturales.

Entre las actividades más memorables e interesantes están las “noches culturales”: a cada uno de nosotros se le dedica una velada durante la cual hablamos a los demás de nuestro país natal y de nuestra cultura. El propósito de estas reuniones es hacernos sentir más cerca. Hemos organizado varias citas de este tipo: noches españolas, griegas, croatas y muchas más.


Agradecemos profundamente a Pedro Ribeiro por habernos dedicado su tiempo y dado toda esta información.

Esperamos sinceramente que todos los que hayan leído este artículo estén intrigados y que un día visiten los territorios que constituyen el Área Marina Protegida Punta Campanella, ¡Para que puedas admirar su belleza en persona y aprender la importancia de su conservación!


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Los Oscos: el antiguo pueblo de Massa Lubrense

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por Rosario Sisto

traducción Siria Cardacino

Más de un pueblo antiguo ha hecho de Massa Lubrense su hogar a lo largo de los siglos, al igual que en el resto de la península italiana: los antiguos Romanos, los Griegos, los Longobardos y muchos otros. La historia de nuestro territorio es ciertamente rica.

Sin embargo, entre los muchos pueblos que han pisado estas tierras hay uno que les precede a todos, y de cuya presencia pasada en el territorio tenemos testimonio gracias a una inscripción encontrada en Punta Campanella: los Oscos.

El antiguo pueblo itálico de los Oscos

Los Oscos eran una antigua población itálica, o, en pocas palabras, uno de esos pueblos que ya estaban asentados en la antigua península italiana mucho antes de la llegada de los griegos o las conquistas romanas. Desafortunadamente, sus orígenes son inciertos incluso hoy en día, dada la relativa escasez de hallazgos arqueológicos. Varios autores han dado sus propias hipótesis.

Según algunos historiadores, este pueblo resultó de la asimilación por parte de los pueblos samnitas de los Opici, otro pueblo itálico, ubicado en Opicia, un antiguo territorio que aparentemente incluía gran parte de la actual Campania.

Según otros, el nombre “Osci” no es más que un segundo nombre con el cual los Opici llegaron a ser conocidos.

Lo que sabemos con bastante certeza es que este pueblo, en realidad dividido en varias tribus como a menudo era el caso de muchos pueblos itálicos, probablemente entró en contacto con los antiguos griegos y, por supuesto, con los romanos. Estos últimos terminaron “romanizando” al pueblo, como era su costumbre, destruyendo sus características culturales y sustituyéndolas con elementos de la cultura romana.

El osco: una lengua especial

Osci, antico popolo di Massa Lubrense
Alfabeto osco con transliteración

Quizás el elemento más característico de los Oscos era su idioma, el osco.

Es una lengua de origen indoeuropeo perteneciente a la estirpe osco-umbra cuya extensión geográfica en la península era particularmente amplia, cubriendo prácticamente todo el sur.

La lengua se habló desde el siglo VI-V a.C. hasta la romanización del pueblo en el siglo I a.C., que vio como consecuencia la sustitución del osco por el latín.

Lo que hace que el osco sea una lengua bastante especial en el contexto de las lenguas itálicas antiguas es que fue escrito en al menos 3 alfabetos diferentes. Naturalmente tenía su propio alfabeto, que consistía en un número entre 19 y 23 letras, según los estudiosos, pero también se ha encontrado documentación osca escrita en los alfabetos latino y griego.

La cultura y la sociedad de los Oscos

A juzgar por lo que podemos discernir de los pocos hallazgos que nos quedan, los Oscos eran un pueblo que basaba su subsistencia principalmente en la agricultura y la ganadería, en particular búfalos, de los cuales es posible que derive la costumbre actual de Campania de criar estos animales.

La familia era el elemento clave de su estructura social, que generalmente era patriarcal. Durante siglos, la sociedad osca no vio la existencia de esclavos, pero se introdujeron después de entrar en contacto con los griegos.

En cuanto a su religión, parece que los Oscos, como muchos otros pueblos prerromanos, veneraban divinidades vinculadas a elementos naturales, como el Sol y la Tierra, y que entre ellos estaba muy extendido el culto a la Mater Matuta.

Fue precisamente la cultura osca la que creó un importante género de representación teatral: la comedia Atellana. Este género teatral debe su nombre a la ciudad de Atella, en Campania, una de las antiguas ciudades de los Oscos. Consistía principalmente en la representación, generalmente improvisada, de escenas con un tono popular y absurdo, extravagantes, donde se veían personajes típicos, como el sirviente, el amo, el viejo tonto, el comedor y muchos otros. Cada uno de estos tipos presentaba una máscara específica de aspecto grotesco. Este género fue muy popular en la antigüedad, incluso entre los romanos. Y sigue siendo el principal, así como el más grande, testimonio de la cultura osca de la que tenemos noticia.

Admirar la historia del antiguo pueblo de Massa Lubrense

Desafortunadamente, todavía sabemos relativamente poco sobre los Oscos, ya que solo podemos confiar en los pocos hallazgos arqueológicos dispersos por toda la región de Campania. Massa Lubrense, con sus hallazgos pertenecientes a esta antigua población, puede ser un destino bastante interesante para cualquiera que desee saber más sobre la historia de los Oscos. Así como la de otros pueblos itálicos cuyas huellas aún están presentes en el territorio. Por lo tanto, los animamos a todos, ¡ya sean verdaderos estudiosos de la historia antigua o simplemente curiosos por conocer el pasado de nuestras tierras, a venir aquí a admirar con sus propios ojos lo que queda de nuestros orígenes antiguos!.


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Mitos y leyendas sobre Massa Lubrense

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di Miriam Russo

Il territorio di Massa Lubrense, oltre che denso di bellezze naturali, è avvolto nella magia e nel mistero, avendo fatto da sfondo a numerosi miti e leggende. Si tratta di episodi di portata storica che hanno segnato la cultura europea. In pochi, però, sanno che tali storie mitiche si sono svolte proprio in questo territorio. Per questo motivo, abbiamo selezionato per voi alcuni dei più famosi e curiosi miti e leggende su Massa Lubrense.

Il mito delle sirene

Tra i miti più celebri ritroviamo quello delle sirene. Sono figure molto particolari, ampiamente presenti nell’immaginario collettivo e culturale della Grecia, come dimostra la stessa Odissea di Omero. Proprio in questa narrazione, infatti, ritroviamo queste creature dall’aspetto mitico – metà donna e metà uccello o pesce – dal carattere ammaliatore e ingannatore.
Secondo il mito, le sirene omeriche vivevano in corrispondenza degli attuali isolotti Li Galli, che gli antichi chiamavano Sirenuse – toponimo derivante proprio da esse. Da qui le sirene tentavano i marinai con i loro canti: ammaliati dalle loro voci, questi uomini si avvicinavano pericolosamente alle coste rocciose infrangendosi contro queste ultime con le proprie navi. Una volta annegati, le sirene ne divoravano i corpi.
Anche Ulisse era un marinaio che, di ritorno a Itaca, si trovò ad attraversare questa zona. Egli, però, conosceva bene le doti ammaliatrici di queste creature, quindi ordinò ai suoi uomini di legarlo e di tapparsi le orecchie con della cera. La leggenda narra che le sirene, frustrate e deluse dal proprio fallimento, si siano gettate in mare lasciandosi morire e trasportare dalle onde.

Miti e leggende su Massa Lubrense: le sirene omeriche
Isolotti Li Galli
Isolotti Li Galli, ambientazione del mito delle sirene

Il Vervece

“O’ Revece”, ovvero il Vervece, è un piccolo e caratteristico scoglio di Massa Lubrense che sorge tra le acque di Marina della Lobra. Esso fa da sfondo alla storia di due pittori: Carlo Amalfi e il suo falso amico, Luigi Blower. Quest’ultimo arrecò al povero Carlo una serie di infinite cattiverie, tra cui addirittura un’ingiusta condanna a un anno di carcerazione. Carlo decise, dunque, di vendicarsi: un giorno, sapendo che ci sarebbe stata una burrasca, invitò l’amico Luigi a fare un giro in barca, ben consapevole della sua incapacità di nuotare. La tempesta arrivò e Luigi, in preda al panico e alle lacrime, chiese a Carlo di farlo sbarcare dovunque fosse possibile. Fu allora che Carlo accostò al Vervece, fece salire l’amico sullo scoglio e lo abbandonò lì, urlandogli che fosse tempo per lui di riflettere su tutto il male che gli aveva causato. Tornato al Vervece il mattino seguente, però, si accorse che di Luigi non ci fosse più traccia, quindi si ritrovò con il rimorso di averne causato la morte. Visse con questa colpa fino a quando, sentendo che fosse giunta la sua ora, chiamò un frate del convento dei Cappuccini per confessarsi. Rivelato il delitto che per tutta la vita l’aveva tormentato, Carlo scoprì che il frate era proprio il suo amico Luigi Blower, il quale, il giorno dell’accaduto, era stato salvato da una barca di procidani. Egli aveva imparato la lezione, avendo deciso di ritirarsi in convento per espiare i suoi peccati. A questo punto Carlo poté morire sollevato dalla pena che lo aveva finora angustiato.

Il Vervece
Il Vervece

Le Janare di “Prete Janche”

Un’altra misteriosa leggenda riguardante Massa Lubrense, e in particolare la località di Prete Janche, è quella delle janare. Secondo l’immaginario popolare, la janara è un mostro femminile, capace di volare, che agisce di notte ed è presente soprattutto nella zona di Nerano.
Anticamente, nel periodo che va da settembre a novembre, i cacciatori di quaglie si recavano a Prete Janche, una località del territorio molto favorevole per la caccia di questi volatili, soprattutto durante la notte. La leggenda narra che proprio questo luogo fosse, però, anche il raduno delle janare. Di fatti, i cacciatori si trovavano ad assistere a strani fenomeni: nella notte, anche quando c’era bel tempo, si creavano dei vortici d’aria seguiti da fischi. Secondo alcune testimonianze, in alcune occasioni apparivano anche dei grossi e imprendibili volatili e si udivano strani canti e urla. Tutti questi eventi facevano fuggire a gambe levate – e mai più ritornare – chiunque avesse soltanto provato ad avvicinarsi a quella zona.

La campana di Punta Campanella

Durante la devastante invasione turca del 1558 a Massa Lubrense e Sorrento, i saraceni saccheggiarono la chiesa di Sant’Antonino Abate, protettore di Sorrento. Tra i vari oggetti preziosi rubati al suo interno, c’era anche la campana in bronzo. Quando la flotta lasciò Sorrento, però, nei pressi di Punta Campanella, una forza misteriosa bloccò la nave che trasportava la campana, impedendogli di proseguire. I pirati turchi cominciarono a gettare in mare alcuni dei beni saccheggiati nel tentativo di ripartire, ma solo quando si liberarono della campana riuscirono nel proprio intento. Da allora, secondo la leggenda, il 14 febbraio di ogni anno – giorno in cui si festeggia il Santo Patrono – si sente il suono della campana di Punta Campanella provenire dal fondo del mare.

Punta Campanella
Punta Campanella

Queste sono solo alcune delle fantastiche storie e leggende che riguardano Massa Lubrense. Un’occasione in più per lasciarsi guidare e trasportare alla scoperta delle mille sfaccettature che compongono questo magico territorio.


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Massa Lubrense: protagonista del cine desde los años 50

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Son numerosas las producciones cinematográficas que tienen como telón de fondo los paisajes impresionantes y las extraordinarias bellezas de Massa Lubrense. Desde Eduardo De Filippo a Paolo Sorrentino, Massa Lubrense aparece en las obras maestras tanto del cine nacional como internacional.

En este artículo, las mejores películas rodadas en Massa Lubrense.

È stata la mano di Dio (2021)

Escrito y dirigido por el director Paolo Sorrentino, nominado al Oscar 2022 en la sección de mejor película internacional, y al Globo de Oro 2022 como mejor película extranjera. El telón de fondo de las vacaciones de la familia Schisa es la costa de Massa Lubrense. En la escena inicial, no falta un homenaje a Eduardo De Filippo, con el encuadre del islote Isca que, durante décadas, fue el hogar del famoso actor y dramaturgo italiano. El propio alcalde del municipio de Massa Lubrense invitó al director Paolo Sorrentino a apreciar de primera mano la belleza natural que este lugar tiene para ofrecer.

Love is all you need (2012)

Película dirigida por la directora danesa Susanne Brier. Entre Sorrento y Massa Lubrense se desarrolla la historia de amor entre Philip (Priece Brosnan), ciudadano inglés que vive en Dinamarca e Ida, una peluquera danesa. Para unir a los dos protagonistas, es el inminente matrimonio de sus respectivos hijos lo que los obliga a partir a Italia. Solo la península de Sorrento será el telón de fondo para el comienzo de su amor, un lugar perfecto para el romance.

Ex: amici come prima (2011)

Una película dirigida y coescrita por Carlo Vanzina. Secuela de “Ex” (2009) de Fausto Brizzi. También en esta película aparecen escenas rodadas en Massa Lubrense, en particular en el burgo dell’Annunziata y en la histórica Villa Murat. Vincenzo Salemme, como Antonio, es un ex farmacéutico que invita a un grupo de ex amigos a su villa en la península de Sorrento. Durante la fiesta se reconectan unos vínculos que, a estas alturas, se creían perdidos. Algunas escenas se filman en la plaza del pueblo de Annunziata, con Capri en el fondo.

Neapel sehen und erben: Vedi Napoli e poi muori (1988)

Dirigida por Marco Serafini, es una película alemana ambientada en Massa Lubrense. La historia comienza en Alemania, para luego continuar durante las vacaciones en Italia: se alternan paisajes de la costa amalfitana con los del burgo marinero de Marina della Lobra. La película no ha obtenido una amplia difusión en el cine italiano, por lo que hoy, además de los testimonios de los residentes, solo es posible encontrar algunos fragmentos de la película que muestra claramente vislumbres del pueblo marinero de Marina della Lobra.

Marito e moglie (1952)

Película dividida en dos episodios, ambos dirigidos e interpretados por Eduardo de Filippo. Gran parte de su película se rodó en el pueblo de Annunziata. El mismo De Filippo quiso que, a figurar en sus tomas, fueran los mismos habitantes de Massa Lubrense. Se trata de dos episodios sobre la vida conyugal: en el primer episodio es protagonista un pobre hombre inmovilizado por una parálisis; en el segundo episodio Gennarino, cansado de su mujer, de su hermana solterona y de un hijo problemático, se inventa una historia de amor con una vecina suya.

A partir de los años 50 con Eduardo de Filippo, la relación entre Massa Lubrense y el cine se mantiene gracias a numerosos directores, nacionales e internacionales, que eligen las bellezas de Massa Lubrense como escenarios cinematográficos de sus películas.


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Una experiencia de Sri Sri yoga en Massa Lubrense

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Entrevista a Gelsomina Di Maio

Hay quien lo define deporte, quien una religión y quien una filosofía de vida: estamos hablando del yoga. Una práctica que nació hace más de 2000 años en la India para establecer un equilibrio entre el cuerpo y la mente y que, a lo largo de todos estos años, nunca ha pasado de moda, sino que ha conocido cada vez más nuevas formas, como el Sri Sri Yoga. En vista del ciclo de clases de Sri Sri Yoga que se llevarán a cabo este verano en el Castillo de la Anunciación, hemos preguntado a la instructora Gelsomina di Maio información sobre el Sri Sri Yoga.

¿Puede describirnos brevemente en qué consiste el Sri Sri Yoga? Y sobre todo en qué difiere del yoga tradicional?

En realidad, el Sri Sri Yoga no difiere en nada de la tradición yóguica, es su fiel expresión, de hecho el SSY integra los diferentes caminos tradicionales como el Hatha Yoga (esfuerzo), Jnana Yoga (sabiduría), Karma Yoga (servicio y acción) y Bakti Yoga (devoción). El fundador del SSY es Gurudev Sri Sri Ravi Shankar, maestro viviente, realizado en yoga y meditación, embajador de paz y líder humanitario conocido y apreciado en todo el mundo. El objetivo es llevar al mundo una auténtica educación en yoga accesible para todos. Su mensaje es que la paz interior y exterior es posible a través del servicio y el despertar de los valores humanos. La palabra yoga significa “unión”, entre el cuerpo, la mente y la respiración.

¿Por qué el yoga se llama una disciplina “completa” y que produce beneficios considerables tanto para el cuerpo como para la mente ?

El yoga es sin duda una disciplina muy completa. Numerosos estudios científicos demuestran el poder terapéutico de las prácticas yóguicas. Con el yoga trabajamos sobre el cuerpo a través de posturas llamadas “ASANA“. A través de ciertas prácticas de respiración “PRANAYAMA” y meditación “DHYANA“, trabajamos en nuestra energía vital hasta llegar a un estado meditativo profundo dicho “SAMADHI“.

Los beneficios del yoga son inmensos: a nivel físico se nota una mejora de la elasticidad y el tono muscular y de todas las articulaciones del cuerpo. Mejora la circulación sanguínea y linfática, mejora el equilibrio y la coordinación, aumenta la capacidad respiratoria y ayuda a reducir el peso corporal. A nivel mental reduce el estrés, mejora la concentración y la memoria, calma la ansiedad y la agitación mental. No menos importante, ayuda a mejorar la calidad del sueño y la calidad de vida.

¿Por qué el castillo de Annunziata? ¿El ambiente es un factor determinante cuando se practica Sri Sri Yoga?

Tener la oportunidad de disfrutar de un lugar de tal belleza paisajística enriquece sin duda la experiencia del yoga. Este lugar magnífico y armonioso, lejos del caos de la ciudad, donde se puede respirar aire saludable a pleno pulmón, es sin duda un escenario ideal para una experiencia positiva y refrescante. El ambiente donde se practica el Yoga debe ser limpio, ordenado, cuidado, posiblemente tranquilo y bien ventilado.

¿Cree que el SSY es para todos? Y lo más importante, ¿hay una edad específica para empezar a practicar SSY? ¿El yoga también se recomienda para mujeres embarazadas?

En muchas ocasiones, especialmente en los tiempos modernos, el yoga se desnaturaliza y practica de manera inapropiada, descuidando los aspectos más sagrados y profundos de esta práctica milenaria. En el SSY la sabiduría y las técnicas se proponen de manera fácil y alegre, de manera simple pero eficaz. Por lo tanto, puede estar al alcance de todos, y practicarse en todas las edades. Los principios del yoga pueden ser impartidos desde una edad temprana, por supuesto, la metodología de enseñanza y el tipo de prácticas cambian cuando se trata de de niños.

Del mismo modo, en el caso de las mujeres embarazadas, el yoga es muy recomendable, pero hay que tener mucho cuidado especialmente en los primeros tres meses de embarazo durante los cuales, a menudo, se desaconseja cualquier actividad demasiado estimulante. En el embarazo hay ciertas posturas que son extremadamente beneficiosas. Una respiración adecuada, junto con el bienestar y la relajación profunda experimentada por la madre, también beneficia enormemente al bebé en su vientre.

¿Qué consejo le daría a una persona que hasta ahora nunca ha intentado hacer yoga pero que le gustaría tanto hacerlo?

Recomiendo no dudar más y aprovechar esta oportunidad. Yo recomendaría darse esta oportunidad sin juzgarse, sin pensar de antemano ser más o menos capaz, sugeriría experimentar, ponerse en juego. Nunca es demasiado tarde para cambiar tu vida y nunca es demasiado tarde para vivir plenamente.

Agradecemos a la instructora Gelsomina di Maio por responder a algunas preguntas. Ahora solo queda probar las lecciones gratuitas organizadas por la Pro Loco de Massa Lubrense para disfrutar de las innumerables ventajas que Sri Sri Yoga proporciona.


Sri sri yoga

Gelsomina di Maio

Instructora de yoga



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Torre Punta Campanella Tower

Las torres sarracenas en Massa Lubrense

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por Eleonora Aiello

El territorio de Massa Lubrense está salpicado de atalayas costeras, las llamadas “torres sarracenas”. Son el testimonio de un sistema de avistamiento y defensa destinado a proteger a la población de las incursiones de los corsarios.

Historia

Las torres de vigilancia en el territorio de Massa Lubrense fueron construidas en diferentes períodos: durante el período lombardo-normando (siglo IX), bajo los angevinos (1266-1442) que fueron los primeros en idear un verdadero sistema defensivo, y con los aragoneses (1442-1503) que continuaron con la ópera.

Los piratas sarracenos comenzaron a atacar nuestras costas durante el siglo IX. Con una ferocidad inaudita, saquearon y destruyeron las aldeas, secuestraron a hombres, mujeres y niños para venderlos como esclavos.

En 1500 las incursiones de los piratas sarracenos, bárbaros y turcos se hicieron más frecuentes. Además de atacar a los barcos mercantes en el mar Mediterráneo, los corsarios desembarcaron en las playas y se dirigieron hacia el interior para buscar aldeas para saquear y cristianos para capturar.

Entre las incursiones más cruentas ocurridas en la Península Sorrentina y la Costa Amalfitana recordamos: el ataque sufrido por Cetara (1534), la masacre de Conca dei Marini (1543), la invasión turca en Massa Lubrense y Sorrento (1558), la invasión turca en Vietri (1587).

Así fue como las fortificaciones costeras se hicieron cada vez más necesarias. De hecho, fue en el período del virreinato español que se edificó la mayor parte de las torres todavía existentes. En 1563 Don Parfan de Ribera Duque de Alcalá emitió un edicto que impuso la construcción de torres costeras presididas por militares en todas las costas del Reino de Nápoles. 

Sin embargo, el gran proyecto nunca se completó, tanto por falta de fondos como por el comienzo de la batalla de Lepanto, que tomó numerosas galeras de la flota turca. Las torres perdieron su importancia estratégica y se utilizaron para otros fines.

Torre di crapolla – Fotografia di Giovanni Gargiulo

Características

Las torres de la época angevina eran de planta cilíndrica, altas, de mampostería no muy gruesa y tenían principalmente una función de guardia. Servían para señalar la llegada de los piratas con fuegos o mediante señales de humo. De esta manera se advertía a la población de buscar refugio en los bosques, en las cuevas o en las fortificaciones.

Con la intensificación de los ataques, se vio necesario hacer las torres más resistentes y masivas; se prefirió la planta cuadrada, con un espesor de la mampostería mayor en el lado externo. Una primera serie de torres de vigilancia fue reemplazada gradualmente por torres de defensa, armadas con cañones y presididas por un cuerpo de guardia comandado por el torriere.

El sistema defensivo preveía que cada torre se construyera en una posición que fuera visible desde la más cercana, de modo que las señales de peligro pudieran ser más eficaces y rápidas.

La introducción de la artillería hizo indispensable el cambio de tales fortificaciones. La artillería se colocó en la plaza y no dentro de la torre, ya que los gases y humos liberados por las armas hubieran dañado las mismas por falta de saturación. La torre cuadrada era más funcional que la cilíndrica también porque permitía contener más armas.

Torre Minerva – Fotografia di Giovanni Gargiulo

¿Qué queda de estas torres?

De estas antiguas estructuras defensivas, en la península de Sorrento sobreviven numerosos testimonios. Algunas no son más que ruinas, debido a la falta de mantenimiento, mientras que otras, sometidas a intervenciones de recuperación, se han adaptado a los usos más diversos.

Torri saracene

Las torres principales

Hay nueve torres que todavía existen a lo largo de las costas de Massa Lubrense. A lo largo de la vertiente napolitana de la costa masónica se encuentran las de Capo Massa, Capo Corbo, San Lorenzo, Fossa di Papa y Minerva. Las otras, Montalto, Nerano, Recommone y Crapolla, están en cambio en el lado salernitano.

Massa Lubrense también está llena de estructuras de defensa internas, construidas en la franja montañosa. Un ejemplo es el “Torrione”, estructura construida para defender el antiguo colegio jesuita, y las casas-torres. La población utilizó las torres también después de las incursiones sarracenas. Torre Turbolo, en el burgo de la Annunziata, en el siglo XVII fue sede de la Casa de Empeños; la Torre Ghezi, cerca de Sant’Agata sui due Golfi, sirvió como refugio durante la segunda guerra mundial.

Mapa de las torres en la costa de Massa Lubrense